Negli
atenei, una volta si studiava e si andava a caccia del sapere e, soprattutto, visto
che non fummo fatti “come bruti, per seguir virtute e conoscenza”.
Lui,
invece, tromba a (in) facoltà, e se lo può permettere, perché si chiama
e si definisce Bello FiGo, uno dei tanti re del trash rap che pensa di essere
importante, di possedere un valore artistico, al di sopra delle regole sociali
e culturali.
Forse,
perché Paul Yeboah, questo il nome all'anagrafe di Bello Figo, in Italia dal 2004,
è un ex profugo, nato in Ghana nel 1992, diventato famoso per le sue canzoni
ironiche che prendono di mira luoghi comuni sul tema di immigrazione e
integrazione.
Forte
di queste sue prerogative, ha profanato l’Università di Pisa, con un’ennesima
provocazione delle sue. E lo ha fatto con l’aiuto di modelle, instagramers e
youtubers livornesi, girando un video dove quelle ragazze, sdraiate su tavoli e
banchi di studio, simulano incontri saffici e rapporti sessuali con lui
medesimo, che sale letteralmente in cattedra e balla “figo” tra le sue
"fighe".
Il
tutto senza autorizzazione dell’Ateneo e scatenando una polemica che, partita
dai social, rischia di finire in tribunale. L’Università fa sapere che
«tutelerà il proprio onore e la propria immagine in ogni sede» e che presenterà
denuncia per il video girato abusivamente in una propria aula dal raffinato
artista-Youtuber naturalizzato italiano, già al centro di un grosso polverone
in passato.
Anche
perché il titolo è “Trombo a facoltà” e le relative immagini sono sboccate quanto
la canzone che le accompagna, con un testo, che, senza essere bigotti o
moralisti, non si può che definire volgare e che rischia di prestarsi a
strumentalizzazioni e polemiche di stampo razzista.
La
sublime lirica segnala un caso veramente umano e tragico.
Narra, infatti, attraverso
quelle scene commoventi, le difficoltà del giovane ghanese, residente a Parma,
che si dichiara incapace di soddisfare sessualmente le tante donne bianche che
ha intorno e che lo pagherebbero o sarebbero pagate per partecipare alle orge. “No, ma non so più come fare. Ieri sera
questa, sabato l’altra. Mi ci vuole o una spalla che mi dia una mano, o un ca..o
di ricambio”.
Ma
che splendida poesia, che problema esistenziale, che acuta riflessione, in
perfetto equilibrio tra le tematiche di Cesare Pavese e di D’annunzio, esaltate
nel portale di You Porn dal mitico Siffredi.
Chiedi
a lui, super Bello Figo, come si fa.
Poi, torna nella giungla. (Alfredo Laurano)
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