mercoledì 25 dicembre 2019

C'ERAVAMO TANTO AMATI /1935


Nemmeno il grande Ettore Scola avrebbe potuto immaginarlo.
Che triste questo Natale, dopo la notizia che "Con la morte nel cuore", la fedelissima di Silvio Berlusconi annuncia di lasciarlo dopo 26 anni di amore esclusivo e militanza. Alla Camera approderà al gruppo Misto.
Sembra impossibile, eppure Michaela Biancofiore, la Vestale più Vestale, la badante più badante, la devota più devota a Silvio, ha deciso di lasciare Forza Italia. La deputata bolzanina informa il popolo sconvolto, che quel partito “nel quale sono nata e cresciuta, non esiste più. Siamo diventati come i grillini, uno vale uno senza distinguo, senza storia, senza rispetto per le persone".
Il suo addio, in realtà, è l'epilogo di una crisi all'interno del partito cominciata già da diverso tempo. Nel 2016, infatti, in occasione delle comunali a Bolzano, era entrata in polemica con Berlusconi che non aveva sostenuto il suo candidato bensì quello proposto dalla rivale-amica Elisabetta Gardini.

Ma come può essere che la dissonante, disarmonica, esorbitante Michaela Biancofiore, l’adoratrice feticista, con fisico da cavalla o, volendo, da matura pornostar, innamorata di Silvio - che adorava e venerava come un vero dio, che rappresentava il suo fallico totem compensativo - arrivi alla separazione, a ripudiare e ad abiurare una fede, così unica, totale e integralista?
Lo considerava l’assoluto, meglio del papa, di Obama, della Merkel e dell’ex presidente Sarkozy, già definito a suo tempo “un avvocaticchio di provincia”. 
Nelle sue tante perle semantiche, dispensava, al colto e all’inclita, giudizi e proclami di ineffabile evidenza: “Nessuno più di lui sarebbe vero garante dell'unità dello stato, vero padre della Patria e degli italiani. Ha confermato di avere l'Italia nel cuore e una non comune levatura di statista. Ecco perché se si è onesti si deve dire che lui al Quirinale migliorerebbe il Paese"…. “Pensate, che uomo democratico, ha viaggiato in treno come un comune cittadino…” Siamo qui per manifestare il nostro amore per Silvio... E poi, che ne sapete voi se Ruby era o non era la nipote di Mubarak?".

L’invasata amazzone trentina, la “Pasionaria altoatesina di Forza Italia”, la “Valchiria azzurra”, che faceva cantare alla sua sfortunata cagnetta Puggy “meno male che Silvio c’è”, raccontava con piacere che quando lo incontrò la prima volta… "fu un'esplosione nel cuore, un marchio a fuoco nella pelle!".
Manco fosse Maometto o Padre Pio!
Poi, tantissimi anni di assoluta fedeltà, di culto e dedizione.
Per lui, per salvarlo dai giudici cattivi che lo perseguitavano, si sarebbe fatta stuprare da un esercito di allupatissimi cosacchi. Come un protomartire cristiano o una schiava, missionaria, votata al supplizio e al sacrificio.
Ma tutto scorre, tutto finisce e si consuma.
Anche l’amore epico di una mistica eroina. Di una guerriera che non difenderà più l’anziano cavaliere, ormai senza cavallo e senza più potere.
 (Alfredo Laurano)

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