Nemmeno
il grande Ettore Scola avrebbe potuto immaginarlo.
Che
triste questo Natale, dopo la notizia che "Con
la morte nel cuore", la fedelissima di Silvio Berlusconi annuncia di
lasciarlo dopo 26 anni di amore esclusivo e militanza. Alla Camera approderà al
gruppo Misto.
Sembra
impossibile, eppure Michaela Biancofiore, la Vestale più Vestale, la badante
più badante, la devota più devota a Silvio, ha deciso di lasciare Forza Italia.
La deputata bolzanina informa il popolo sconvolto, che quel partito “nel quale sono nata e cresciuta, non esiste
più. Siamo diventati come i grillini, uno vale uno senza distinguo, senza
storia, senza rispetto per le persone".
Il
suo addio, in realtà, è l'epilogo di una crisi all'interno del partito
cominciata già da diverso tempo. Nel 2016, infatti, in occasione delle comunali
a Bolzano, era entrata in polemica con Berlusconi che non aveva sostenuto il
suo candidato bensì quello proposto dalla rivale-amica Elisabetta Gardini.
Ma
come può essere che la dissonante, disarmonica, esorbitante Michaela Biancofiore,
l’adoratrice feticista, con fisico da cavalla o, volendo, da matura pornostar,
innamorata di Silvio - che adorava e venerava come un vero dio, che
rappresentava il suo fallico totem compensativo - arrivi alla separazione, a
ripudiare e ad abiurare una fede, così unica, totale e integralista?
Lo
considerava l’assoluto, meglio del papa, di Obama, della Merkel e dell’ex
presidente Sarkozy, già definito a suo tempo “un avvocaticchio di
provincia”.
Nelle
sue tante perle semantiche, dispensava, al colto e all’inclita, giudizi e
proclami di ineffabile evidenza: “Nessuno
più di lui sarebbe vero garante dell'unità dello stato, vero padre della Patria
e degli italiani. Ha confermato di avere l'Italia nel cuore e una non comune
levatura di statista. Ecco perché se si è onesti si deve dire che lui al
Quirinale migliorerebbe il Paese"…. “Pensate, che uomo democratico, ha viaggiato
in treno come un comune cittadino…” Siamo qui per manifestare il nostro amore
per Silvio... E poi, che ne sapete voi se Ruby era o non era la nipote di
Mubarak?".
L’invasata
amazzone trentina, la “Pasionaria
altoatesina di Forza Italia”, la “Valchiria azzurra”, che faceva cantare alla sua sfortunata cagnetta Puggy “meno
male che Silvio c’è”, raccontava con piacere che quando lo incontrò la prima
volta… "fu un'esplosione nel cuore,
un marchio a fuoco nella pelle!".
Manco
fosse Maometto o Padre Pio!
Poi,
tantissimi anni di assoluta fedeltà, di culto
e dedizione.
Per
lui, per salvarlo dai giudici cattivi che lo perseguitavano, si sarebbe fatta
stuprare da un esercito di allupatissimi cosacchi. Come un protomartire
cristiano o una schiava, missionaria, votata al supplizio e al sacrificio.
Ma
tutto scorre, tutto finisce e si consuma.
Anche
l’amore epico di una mistica eroina. Di una guerriera che non difenderà più
l’anziano cavaliere, ormai senza cavallo e senza più potere.
(Alfredo Laurano)
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