Comprendo,
caro amico Giovanni, la tua legittima analisi che è soprattutto una speranza. Tuttavia, a mio modestissimo parere,
conoscendo l'uomo, i suoi limiti e il suo egoismo innato, disposto dalla natura
e dalla legge della sopravvivenza delle specie, andrà ancora una volta delusa. Come
è già troppe volte successo, con i Girotondi, il Popolo Viola, le Madamine, il
Movimento arancione, fino ad oggi, ai “pressati
come Sardine”, pesci poveri per eccellenza, promossi a simbolo di riscatto politico-sociale,
nell’ambito di una democrazia liquida e partecipata.
L'utopia
è un'ideale che si sovrappone all'illusione, un’aspirazione di difficile
attuazione, come il disegno di una società perfetta, proiettata in una
dimensione spazio-temporale indefinita, nella quale gli uomini dovrebbero poter
realizzare progetti di una convivenza felice, come la perfetta uguaglianza o la
pace universale.
Il
mondo, globalizzato e capitalista, però, va sempre peggio e in opposta
direzione: non si può che constatarne l’ineluttabile declino, che solo una fede,
religiosa o politica (vedi i fondamentalismi, il fanatismo, l’oltranzismo e le
intransigenti ortodossie dogmatiche), può contrastare, con inevitabile crudeltà
e conseguente, rituale prepotenza. Come, purtroppo, geneticamente accade ed è
sempre più evidente, osservando il suo crinale più spietato e negativo.
Ma
i sogni son desideri di felicità e aiutano a campare.
Comunque,
spero di sbagliarmi, nel mio gramsciano pessimismo
della ragione, pur contrapposto al timido ottimismo della volontà. (Alfredo Laurano)
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