Tutti
in esilarante corteo.
Cruciani,
il più viscido e il più volgare, l’immagine concreta del laido e dello sporco
culturale.
Sallusti,
l’ideologo brigatista da guerriglia sulla carta, travestito da innocuo moderato,
rispettoso e compassato.
Senaldi,
il topino di campagna in cerca di un grammo di formaggio, di fama e di
visibilità, tra le pagine ridicole di un ridicolo giornale, che si dice “Libero”.
Feltri,
l’anarchico della parola e del rancore, sempre brillo, triviale, strafottente e
menefreghista, pronto a sparare giudizi lapidari irreplicabili.
Belpietro,
Porro e Del Debbio tre giganti del gossip e della rissa da talk, che “te la
danno calda” e “te la incartano” (la realtà), capaci di mistificarla, deformarla
e adattarla per sfruttare le paure, i bisogni, le ansie e i pruriti dei tanti pronti
ad assecondare e venerare il Messia di turno. Tre camaleonti qualunquisti, insolenti
e beceri, che scavano tra le pieghe decomposte e putride della discriminazione
e del razzismo innato nelle genti. Tre cani da guardia del potere reazionario e
populista che li nutre e li sostiene.
E,
per concludere degnamente siffatta parata di virtuale giornalismo da osteria,
Mario Giordano, il buffone di corte, il pagliaccio triste e afono, che ama la
ribalta.
Il
saltimbanco, epigono di Emilio Fede, acrobata del sillogismo allo stato brado e
giocoliere del facile calembour, si esibisce fino allo spasimo, in attività
"artistiche" da circo e da teatro malfamato, tra le piazze equivoche
e i baracconi screditati della più truculenta TV, nazional-popolare.
Questo
passa il convento del giornalismo d’assalto, oggi. Gaudete fratres!
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