venerdì 10 novembre 2017

TESTE DI FASCIO

Pochi sanno che qualche giorno prima della ormai famosa e brutale testata di Ostia, un giovane bengalese è stato massacrato di pugni, calci e sprangate da quattro teneri virgulti fascisti di meno di vent’anni, uno minorenne, in piazza Cairoli a Roma.
Ma il suo caso, come tanti altri simili, è passato quasi sotto silenzio perché di scarso appeal mediatico: non ha fatto scalpore, non è venuto alla ribalta dell’informazione.

Terminato il lavoro in un ristorante di Campo de Fiori, alle 2,30 di notte, il ventisettenne Kartik è stato aggredito e pestato a sangue senza alcun motivo, se non quello dell’intolleranza e del razzismo strisciante: il volto devastato, mandibola, orbite oculari e naso fratturati. Sottoposto a intervento chirurgico per la riduzione delle fratture delle arcate orbitarie, è ricoverato con 30 giorni di prognosi nel reparto maxillo-facciale dell’ospedale San Camillo. 

“Avevo finito di lavorare da poco. Ero uscito dal ristorante con un collega egiziano - poi, credo, scappato - e insieme ci siamo incamminati, come sempre, verso la fermata dell’autobus per tornare a casa. All’improvviso ho sentito uno che ci diceva “negri di merda, immigrati dovete sparire, andate via!” Dopo i primi insulti, ho tentato di rispondere, ma loro mi hanno detto “zitto, sporco negro!”, poi mi hanno picchiato e non ho capito più niente.
La verità è che siamo troppo buoni. Noi, per indole, non reagiamo quasi mai. Per questo i bengalesi sono sempre fra le vittime delle aggressioni, specialmente quelle razziste.”

La procura di Roma ha convalidato l’arresto per tentato omicidio, aggravato dall’odio razziale, di uno dei picchiatori di 19 anni, di Acilia, e denunciato gli altri.
Nelle loro abitazioni, sono stati rinvenuti poster del duce e altro materiale riconducibili al fascismo.

Kartik Chondro è il quarto bengalese aggredito, in meno di un anno, in episodi di razzismo e bullismo a Roma. L’ultimo era stato un lavapiatti di Prati, malmenato da un gruppo di schifosi a Tor Bella Monaca, il primo, un ambulante di 51 anni, a gennaio, a Cinecittà, aveva perso un occhio a bastonate. E l’orrore continua.

Illuminanti, sotto tale profilo, le incredibili dichiarazioni, vuote e farneticanti, di amici e conoscenti degli aggressori, intervistati ad Acilia dalla troupe di La Sette. 
Un concentrato di ignoranza, superficialità e miseria culturale, tale da demolire un martire della non violenza. 
Da brivido morale e voltastomaco fulminante.
(Alfredo Laurano)

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