lunedì 13 novembre 2017

CONTRO SUBURRA E TESTATE CRIMINALI

"Casa-Lavoro-Dignità. No alla violenza fascista e mafiosa".
E' lo striscione che apre il corteo, attualmente in corso, organizzato a Ostia da cittadini e associazioni per condannare l'aggressione ai danni di una troupe televisiva della Rai e per esprimere solidarietà nei confronti degli aggrediti. Che non sono certo i primi a soffrire per i tanti tentativi di limitare, con la violenza e la prepotenza, la libertà di stampa e d’espressione. Ricordo che Federica Angeli di Repubblica vive da quasi cinque anni sotto scorta, a causa delle minacce di morte subite a Ostia, mentre svolgeva inchieste sui clan dominanti e raccoglieva informazioni per il suo giornale.
Alla manifestazione contro la mafia, partecipano, senza bandiere politiche, il Laboratorio civico X (che per primo l’ha promosso), la sindaca di Roma, Cgil, Cisl, Uil, MDP e Sinistra Italiana che, in queste ore si sono espressi (con Stefano Fassina) a favore di un voto al secondo turno per la candidata del Movimento Di Pillo, e rappresentanti dell'Anpi. 
Questa marcia di cittadini che si riconoscono nei valori della legalità e nella volontà di combattere la criminalità e le mafie, si contrappone, come dicevo poco fa all’amico Gabriele, a una realtà ben diversa.
Purtroppo, non è questione di quartieri. A Roma e in Italia, la violenza e il razzismo dilagano dappertutto, non solo nelle periferie più degradate. 
Criminalità, mafia e xenofobia vanno a riempire tutti i vuoti sociali che lo stato non presidia adeguatamente e non reprime con fermezza. 
Da una parte, come per esempio ad Ostia, o come è stato per Mafia Capitale, i potenti clan (Carminati, Spada, Fasciani, Casamonica) decidono le politiche della casa, del territorio, delle attività commerciali; dall'altra, alcuni gruppi neofascisti - complici e conniventi - predicano, coltivano e diffondono la violenza razziale ed esaltano gli animi deboli di giovani ignoranti e assai limitati, privi dei più elementari valori socio-culturali. 

Questi, ancora credono nel mito dell'uomo forte, del duce, della razza superiore, nella discriminazione e si infiammano quando possono infierire sui più deboli, più fragili ed emarginati. 
O, come ha detto uno di questi esemplari da circo delle miserie e dei miserabili, quando sfottono i neri e i migranti: "ci diverte prenderli in giro, deriderli, disprezzarli e umiliarli. Non so perché!” Niente più che un passatempo, un gioco divertente per questi incapaci. 
Questi andrebbero duramente repressi e rieducati nei gulag, insieme a quelli del Grande Fratello, che fanno altrettanti danni, pur in ambiti diversi. 
11.11.2017 (Alfredo Laurano)


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