mercoledì 8 novembre 2017

L'ANNIVERSARIO

Comunque la pensiamo o la pensiate, ieri si sono celebrati i cento anni della Rivoluzione Russa d’Ottobre, della caduta del Palazzo d’Inverno - una specie di "Bastiglia zarista", simbolo stesso della rivoluzione - e della presa del potere dei bolscevichi.
Pochi mesi prima, a febbraio del 1917, la sollevazione, in gran parte spontanea, della popolazione, di operai e soldati, partita da Pietrogrado (l'attuale San Pietroburgo), aveva portato alla caduta della monarchia degli zar e alla costituzione dei primi “soviet” (consigli elettivi dei rivoluzionari).

Provocò di fatto l'abdicazione dell'imperatore Nicola II, la fine della dinastia dei Romanov, dell'Impero russo, dell'autocrazia e la creazione di un governo provvisorio borghese, che certamente non poteva andar bene a Vladimir Ilijch Lenin, che si trovava in esilio in Svizzera, per sfuggire alla polizia zarista.
Ancora prima, la precedente insurrezione del 1905 aveva introdotto nozioni e modelli nell'opinione pubblica russa - quali il suffragio universale, l'assemblea costituente, l’idea dei soviet, i diritti del popolo - che non avrebbero più potuto essere dimenticati.

In quegli anni, la Russia era un Paese arretrato e sull'orlo del collasso. Governata per secoli da dinastie di zar, i cui poteri erano pressoché assoluti, era rimasta una monarchia dai tratti medievali, con un'industria quasi assente, un Parlamento (chiamato Duma) privo di poteri effettivi e una popolazione numerosa, povera e legata quasi esclusivamente all'attività agricola. La partecipazione alla Prima Guerra Mondiale non aveva fatto altro che peggiorare la situazione.
Questa serie di malcontenti portò il paese dritto verso la Rivoluzione, dalla quale nascerà un nuovo ordine per quella nazione che, da allora e fino al 1989, tutto il mondo avrebbe conosciuto come Unione Sovietica.
Era il 7 novembre del 1917 (il 25 ottobre secondo il calendario giuliano) quando dall’incrociatore Aurora fu sparato il primo colpo di cannone, a salve, che diede simbolicamente il via alla Rivoluzione.
Un evento per decenni idealizzato dalla propaganda sovietica, come nell’epico film “Ottobre” di Eisenstejn - con le sue scene di massa della presa del Palazzo d’Inverno da parte di operai, soldati e contadini - girato per volere di Stalin dieci anni dopo la rivoluzione,
Mentre la Grande Guerra impazzava nel cuore dell'Europa, a est si gettavano i semi per la costituzione dell'Urss.
Fu proprio quello che avvenne cento anni fa a cambiare il corso della storia mondiale: la cosiddetta Rivoluzione d'ottobre, guidata da Lenin e Trotzkij avrebbe infatti cambiato gli equilibri del mondo.

Nella Piazza Rossa, esercito e cittadini hanno indossato le uniformi della seconda guerra mondiale e hanno sfilato per rendere omaggio all’ anniversario. Le bandiere rosse sventolavano sulla piazza di Mosca, insieme a quelle di oltre cento delegazioni straniere di studiosi, ricercatori, nostalgici e di partiti comunisti, fra cui una nutrita rappresentanza italiana, composta da Pc, Pci e Rifondazione.

Racconta un cittadino su un quotidiano: “di fronte allo spettro continuo della fame e di rinunce innocenti, accanto ad un papà che mi parlava di storia e mi dipingeva la tragica miseria dei russi che si ribellarono alle prepotenti classi opulente, arricchite dalla guerra, che affamavano il popolo, come potevo non innamorarmi della ideologia comunista: giustizia sociale, uguaglianza, pace, istruzione, lavoro?
La mia, come quella di milioni di persone per bene ed in buona fede, è stata una scelta sincera contro le discriminazioni sociali, lo sfruttamento, i licenziamenti, la mancanza di case, la violenza verso i deboli e gli innocenti”.
Tutto questo, anche in approssimative pillole Bignami, dovrebbero essere conosciuto da quei tantissimi, disimpegnati giovani d'oggi che, intervistati sull'argomento, non hanno espresso alcuna nozione o consapevolezza, che non sapevano nemmeno di cosa si parlasse, né sul come, sul quando e sul perché, navigando nel colpevole buio dell'ignoranza e dell'indifferenza. Però studiano, si laureano e vanno pure a votare, in teoria.
Comunque la pensiamo o la pensiate, senza la Rivoluzione Russa, probabilmente, non sarebbero state possibili le grandi conquiste sociali dei lavoratori.
8 novembre 2017 (Alfredo Laurano)




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