domenica 5 novembre 2017

REPERTI E SUSSULTI

Un bel frammento di archeologia politica e televisiva che mi sono perso. Ma poi, ho recuperato.
Per la serie Interviste all’Ospizio, un Maurizio Costanzo, sempre più patetico e con voce metallicamente sibilante da dentiera, si prostra davanti al sempiterno ex Cavaliere, di fresco (ri)cerato e restaurato.
Niente più gag, storielle volgari e battute scollacciate da caserma. Solo racconti e ricordi edulcorati su famiglie, figli, mamme, papi, polenta e messe alla domenica. Profondi amarcord sull’infanzia di Silvio e sulla sua carriera di cantante sulle navi da crociera, su cui Confalonieri non saliva per via del mal di mare.


Un bel tappeto srotolato da Costanzo, sempre più sdraiato e sottomesso, sulla scena pre-elettorale siciliana, in attesa di ciò che accadrà, tra qualche mese, alle politiche.
Poi il fuoco di fila della propaganda vera. Silvio discetta di esteri e leadership, del suo amore per Putin, degli incredibili provvedimenti nei suoi quattro governi e di quanto i 5 Stelle “odino il ceto medio”, ben più del nemico “comunista” di una volta.
Non l’ha detto, ma sicuramente lo pensa: sono i nuovi leninisti o bolscevichi del terzo millennio.


Costanzo, deferente e ancora sveglio di fronte ai numeri di processi e udienze (74 e 3667), ripetuti come un mantra da Berlusconi, dopo aver osservato “sono veramente tanti”, non biascica più, si tace, scompare ed evapora e l’intervista diventa monologo, puro comizio elettorale. 
Cessa il contraddittorio critico che in effetti non c’è mai stato e si consuma lo spirito agiografico del redivivo santo incantatore.
(Alfredo Laurano)

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