martedì 7 novembre 2017

DI PADRE IN FIGLIO

Intanto, diciamo che alle elezioni regionali siciliane ha stravinto il partito, sempre in crescita, dell’astensione. Ha votato solo il 46% degli aventi diritto (a Ostia, addirittura, il 36%).
Poi, diciamo, che ha prevalso il destro Musumeci (ex MSI) - appoggiato dal redivivo Berlu e da tante variegate liste, fra cui molti impresentabili - per cinque punti percentuali sullo stellato, solitario Cancelleri; il PD con il suo Micari, completamente fuori gioco (13%) e il buon Claudio Fava, a Sinistra, ha racimolato in mezzo a tanto squallore un incoraggiante 6+%. L’M5S, primo partito, al 27%.

Poi, ancora, c’è chi ha perso, veramente, oltre allo scontato Alfano.
Praticamente e prevedibilmente evaporato il PD con il suo tredici per cento, sconfitto e, soprattutto, rimesso in discussione nel partito e nella maggioranza il Jolly di Rignano, detto Renzi.
Ora, dopo la disfatta in terra sicula, il suo Partito si prepara alla resa dei conti interna.
La minoranza ritiene che il segretario debba autonomamente fare un gesto di responsabilità, lasciando subito il campo a Paolo Gentiloni per la corsa a palazzo Chigi. Qualcun altro punta sul poliziotto Minniti.
Si vedrà quanto potrà resistere e ostinarsi ancora il padrone di quel partito.

Preso atto che, dopo 23 anni, questo Paese vota ancora Berlusconi e derivati, resta, comunque, nella incontrollabile Sicilia, la vittoria degli impresentabili e dei bambini prodigio, figli d’arte che, a vent’anni e tutto a un tratto, riescono a ottenere ventimila voti dal nulla.
A Messina, infatti, miracolo della fantasia al potere, ottiene una montagna di voti il figlio di Francantonio Genovese (lasciò il Pd per Fi), che non poteva essere candidato perché condannato in primo grado a 11 anni.
Come ricordava Fava, l’enfant prodige ha la responsabilità di una grossa ipocrisia, perché molti elettori hanno votato lui perché non potevano votare l’impresentabile padre. La mafia mica sta a guardare.
Quando, vien da chiedersi, nella disagiata e meravigliosa terra di Sicilia, il voto sarà libero, pulito e consapevole?
(Alfredo Laurano)


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