venerdì 17 novembre 2017

CAVALLI PAZZI

Nel gioco degli scacchi, il Cavallo è il pezzo più caratteristico perché ha un movimento molto particolare: può fare cioè, una specie di mossa ad L, senza tornare indietro, avendo la possibilità di saltare pezzi del proprio schieramento e di quello avversario. Tutti gli altri pezzi - pedone, torre, alfiere, re e regina - muovono secondo una linea retta, in orizzontale, verticale o diagonale.

Forse è per questo che Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa, con non comune coraggio e sprezzo del ridicolo, hanno deciso di chiamare proprio così - La mossa del Cavallo - il loro nuovo movimento politico, l’ennesimo, di cui non sentivamo certo la mancanza.
Non è un nuovo partito, né l'ennesimo tentativo di unire la Sinistra - dicono - o di ripartire da nostalgie del passato. 
E’ una proposta che si rivolge, in maniera trasversale, ai cittadini che, da tempo, hanno disertato le urne, a causa del collasso delle principali forze politiche, l'incostituzionalità delle leggi elettorali, la crisi economica e sociale che investe lavoratori, pensionati, giovani e famiglie. 

Secondo il duo delle infinite meraviglie, o dei nuovi giocolieri a cavallo, per tutti quelli che non sanno più per chi votare, si apre una nuova prospettiva: la società civile che si organizza, secondo un impegno politico forte, concreto, realistico, per salvare l'Italia dal degrado in cui si trova. Un programma di donne e uomini competenti, onesti, coraggiosi che si rivolge a tutti coloro che vogliono risorgere, individualmente e collettivamente. 
Per questo - dicono, ancora - lo abbiamo chiamato "Mossa del Cavallo" per far capire che bisogna scavalcare i partiti inetti o corrotti. (Questo aspetto, in particolare, potrà sicuramente interessare il mio amico Giovanni Carbone e il suo progetto “Vedere il Futuro”).

Tra il comico, una buona fetta di fantasia e una discreta dose di delirio, nasce insomma, un’altra pirotecnica avventura para-politica, molto simile ad altre che l‘hanno preceduta. 
Sullo sfondo dello scacchiere istituzionale italiano, già affollato e inquinato di partitelli, gruppetti, cricche, correnti e fazioni che fanno soprattutto numeri e folclore, per contare meno del due a briscola, mi permetto di consigliare a Giulietto e Antonio, di non cercare un minimo straccetto di potere, ma di darsi e dedicarsi alla sana ippica, nel gioco degli scacchi, visto che, nella partita della vita e nella società civile, può risultare decisivo saper usare bene i Cavalli, per diventare grandi giocatori.
(Alfredo Laurano)


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