sabato 17 dicembre 2022

“COMME FANNO A SANTAFÉ. COMME FANNO AD HOLLIVUD” /2242

Carosello Carosone, per la regia di Lucio Pellegrini, in onda giovedì scorso su Raiuno, è un racconto vivace e coinvolgente che ripercorre la vita del grande cantautore, pianista, direttore d'orchestra e compositore italiano: geniale ma umile, rigoroso ma divertente e divertito, vitalissimo, generoso e sempre sorridente.

Un’occasione per riscoprire la sua personalità e le sue capacità e competenze musicali di concertista eclettico, in un perfetto mix di emozione, comicità, intrattenimento e riflessione, che si avvale della straordinaria interpretazione di Eduardo Scarpetta.

Pianista classico e jazzista, Renato Carosone è stato uno dei maggiori autori e interpreti della canzone napoletana e della musica leggera italiana, anche per aver saputo fondere i ritmi della tarantella e della musica popolare partenopea, con melodie africane e americane e per aver creato una forma di macchietta, ballabile e spiritosa, adeguata ai tempi.

La sua vita, pur se molto movimentata e avventurosa, colpisce e lascia quasi esterrefatti per la sua normalità. Ed è proprio questo raro sapore di regolare quotidianità che rende questo biopic, convincente e appassionante, equilibrato, sincero ma soprattutto universale, più che mai vicino a chi lo guarda, anche grazie alla raffinata fotografia che si diverte a giocare con luci e colori vivaci, sognanti e richiami all’antico.

Finalmente la biografia di un genio della musica è una parabola serena, lieve e scanzonata. Per niente maledetta, per niente accecante e dissoluta o, magari, sempre in bilico tra il bene e il male: riesce ad essere naturale e credibile, pur senza eccessi o banalità. E tutto questo, il film lo racconta fedelmente, con un forte impatto emotivo e coinvolgente,

Un vero mito della musica, da Napoli all'America, passando per l'Africa, Carosello Carosone racconta i trionfi dell’ancora l'unico italiano, tre volte in testa alla classifica dei dischi più venduti in USA.

La musica alta e quella popolare, il primo amore, una formazione rigorosa che lo porta a diploma del Conservatorio (a diciassette anni) e a vivere di note e pentagramma.

Una passione pura che lascia poi spazio all’estro, all’arte e alla creatività, in esperienze di vita, in giro per il mondo, a partire dal suo viaggio, appena diplomato, nell’Africa italiana, fra Eritrea ed Etiopia, dove rimase per nove anni, dal 1937 al 1946. Un’avventura rocambolesca e colorata, piena di ritmo, sorprese ed imprevisti.

Dagli insuccessi inattesi nel locale in cui si esibiva la sera a Massaua, città portuale dell’Africa orientale italiana, dovuti a un pubblico di connazionali bergamaschi ben poco inclini alle melodie napoletane, alle serate migliori, capaci di regalargli influenze e sonorità africane, poi incrociate e mescolate, una volta tornato in Italia, con quelle americane, dal jazz al twist, al rock.

E proprio in Africa conosce la ballerina veneziana Lita, di cui si innamora a prima vista e che sposerà presto, riconoscendo come suo il figlio di lei, Pietro. Un amore assoluto per il quale abbandonerà troppo preste le scene del successo. Dopo la guerra Renato torna in Italia e viene contattato per formare un trio - che poi diventerà un sestetto - per un nuovo locale a Napoli, lo Shaker Club. Insieme al chitarrista olandese Peter Van Wood e al batterista-fantasista Gegè di Giacomo -  compagno inseparabile di siparietti comici durante le loro esibizioni musicali, vero maestro della performance cabarettistica, oltre che delle percussioni - conquistano il pubblico tra rivisitazioni sonore ed esibizioni goliardiche della canzone umoristica napoletana. Perfetto Vincenzo Nemolato, anche nella singolare somiglianza fisica, nei panni dell'inventore del grido “cantanapoli”.

La svolta sarà l’incontro con Nisa, un paroliere, con cui Renato Carosone creerà alcune tra le sue canzoni più famose come Tu Vuò fa l’americano, Torero, O’sarracino, Caravan petrol, Maruzzella e Pigliate 'na pastiglia. Poi arriverà la trionfale serata del 1946 al Carnegie Hall, una delle sale da concerto di musica classica e leggera più importanti a livello mondiale, dove si sono esibiti i più grandi artisti internazionali: il segnale del successo.

In conclusione, una storia elegante, appassionata e divertente, ricca di valori e sentimenti, che narra non soltanto la carriera dell’artista Carosone, ma fotografa un’epoca di transizione, caratterizzata da numerosi sconvolgimenti, tra cui la fine della Seconda Guerra, il boom economico e la nascita della Televisione. Non a caso Carosone e i suoi compagni sono i primi musicisti ad apparire nell’Orchestra delle Quindici, uno dei programmi di debutto della neonata TV.

Un’opera decisamente riuscita che insegue la qualità e non certamente l’approssimazione, al cui interno si intravedono in parte le speranze e le occasioni del sogno americano, come quello di farcela da soli, con le proprie forze, con la propria volontà.

Renato Carosone: un viso eternamente giovanile per un gigante della canzone italiana e mondiale, ritiratosi molto presto e mai omaggiato per quanto meritasse, capace con coraggio di dire basta al momento giusto, prima di tornare dopo molti anni, per dedicarsi alla famiglia e alla composizione, senza però calcare più le scene.

Carosello Carosone riesce a catturare l’indelebile lascito, anche poetico, di questo artista capace di arrivare al cuore della gente, sorretto dal talento di un napoletano verace, pieno di garbo e altruismo, in un film sospeso fra la fiaba e il musical, che si gusta con gioia e commozione.

“Maruzzella, Maruzzè', T'hê miso dint'a ll'uocchie 'o mare”.

20 marzo 2021 (Alfredo Laurano)

 

 

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