martedì 11 agosto 2020

ZAVOLI, GARBO E TALENTO /2090

Addio a Sergio Zavoli, uno dei padri nobili del giornalismo italiano, sensibile alle istanze del mondo sociale e dei più deboli, autore di programmi e di inchieste memorabili, dirigente di una Rai fedele al ruolo di servizio pubblico. 
Un modello per il mondo dell’informazione. 
Ci lascia un maestro della televisione, uno straordinario narratore e osservatore del proprio tempo, che fu anche uomo delle Istituzioni. Una figura di straordinario spessore, umanità, intelligenza e cultura. 
Scrittore attento e acuto, ha valorizzato la lingua italiana con sapienza per veicolare notizie, impressioni, descrivere fatti, spiegare fenomeni sociali e processi politici complessi. 

Negli ultimi tempi, ha aggiunto la figlia Valentina, "aveva un profondo rammarico per l'imbarbarimento di alcuni costumi che aveva notato durante la sua ultima legislatura in Senato: questo lo aveva intristito, perché ha sempre considerato le istituzioni democratiche come baluardo contro l'inciviltà e ha cercato nella sua carriera politica di rendere migliore questo Paese con la sua professionalità". 

il "socialista di Dio", come lo chiamavano, prendendo spunto dal titolo di un suo libro, era capace di rapportarsi al potere e alla politica senza esserne scalfito. 
Detestava l'informazione "enfatica, ammiccante, strumentale", che oggi dilaga sulla stampa, in Televisione e sul Web, dove regnano pochezza e volgarità. 
Zavoli è stato un riferimento e un maestro per intere generazioni di giornalisti – non certo per i tanti che oggi abusano indegnamente di questo ruolo, per fare solo propaganda per i propri padroni, senza averne le capacità e le qualità - ma è stato anche narratore, uomo di cinema, poeta, parlamentare. 
Un intellettuale al servizio del Paese. 
5 agosto 2020 (Alfredo Laurano) 

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