martedì 11 agosto 2020

COSI' SAN TUTTI /2092

Diceva Enzo Biagi: "Dopo tre apparizioni in video, qualunque coglione che viene intervistato dice la sua e anche quella degli altri". 
In questo incredibile Paese delle comiche, chiunque abbia acquisito - nel bene o nel male, per meriti o demeriti, per onore o per infamia - un minimo di popolarità mediatica (accade sempre e con grande facilità) può erigersi a esperto, a luminare, a opinionista o addirittura a maestro di vita, a prescindere dalle sue reali competenze, dalle capacità e dalla propria valenza culturale. 
Automaticamente, conquista stima, affidabilità e gratuita considerazione e ottiene il diritto di sparare cazzate in Tv, sul web, sui giornali e di pontificare anche dalle aule universitarie. 
E non mi riferisco ai soliti urlatori come Sgarbi, Porro, Giordano e mondezza varia. 

In questa finta società dell'apparenza, dove tutto, anche le tragedie fanno spettacolo e producono pubblicità - la più squallida e la più volgare - chiunque può farlo: che sia dotto, preparato, studioso, vuoto a rendere o re degli ignoranti. Diventa, magicamente, attendibile, valente specialista, autorevole docente. Dilaga come un virus l'esibizionismo, il protagonismo, il patologico narcisismo. 
E tutti vanno in onda, fanno dirette e video e parlano al popolo e all'universo mondo, come profeti, di scienza e virologia, di complotti e verità proibite, di politica e economia, di etica, estetica e filosofia, ma anche di tarocchi e di cucina. 
Anche chi è analfabeta funzionale o totale, a sua insaputa. O si è laureato in tuttologia, in una notte, su WhatsApp o Wikipedia.
7 agosto 2020 (Alfredo Laurano)

 

Nessun commento:

Posta un commento