martedì 11 agosto 2020

IL MONDO VISTO DA UN OBLO’ /2095

Forse è il caldo dell’estate. Forse è l’età. Forse sono i pesanti effetti del lungo lockdown che ci ha tenuto a casa, prigionieri delle nostre ansie e delle nostre paure. 
Lo ripetiamo tutti, ormai, che il Coronavirus, oltre a seminare panico e diffondere malattie e morte, ci ha cambiato la vita e le abitudini. 
Ci ha cambiato soprattutto dentro, a cominciare dal livello di percezione dei fatti e della realtà. Nulla è più come prima, a cominciare dai saluti, dagli incontri, dalla vita sociale, dal rapporto con gli altri, tutti potenziali untori che non portano mascherina e non stanno a distanza di sicurezza e, forse, non si lavano nemmeno le mani. 

Osservando tutto questo dalle stelle e dai sistemi di una lontanissima galassia, il nostro mondo non è più riconoscibile. Nemmeno dagli Ufo o dai Marziani. 
Milioni di persone condividono le stesse situazioni, gli stessi impulsi e comportamenti, gli stessi timori, le stesse condizioni di impotenza e vulnerabilità di fronte alla pandemia.
E allora, c’è chi si rifugia nella disperata rassegnazione e chi nega l’evidenza, anche di fronte a settecentoventimila morti e venti milioni di malati, in nome di un complottismo barbaro, folle, insensato e, soprattutto pericoloso, che rischia di vanificare le misure adottate in tutto il mondo – con le relative diversità, i limiti, i ritardi e le insufficienze di certe assurde scelte di potere – per contenere la diffusione del virus. 
Quel maledetto virus, che non se ne vuole andare, alimenta da tanti mesi la paura quotidiana del contagio, altera l’equilibrio psicologico, produce facilmente attacchi di panico incontrollati e induce, spesso e volentieri, ad azioni e posizioni irrazionali, a volte assurde o, quanto meno, discutibili. 
Rabbia repressa e aggressività sociale - scatenata soprattutto dai micidiali social e da certa stampa, servile e disonesta, che strumentalizza ogni respiro istituzionale - ricolmano sempre più le fogne di rigurgiti razzisti e amorali, modificano il nostro Dna disumanizzato, fino all’ossessione, alla compulsività, all’odio sociale, all’insulto, al paradosso. 

Anche chi non ha mai espresso un pensiero proprio, e ha fatto sempre della moderazione la sua bandiera, all’improvviso impugna l’arma della dialettica insolente, dell’oratoria rozza e primitiva e si traveste da ridicolo opinionista, senza onore e competenze. 
E comincia a copia-incollare cazzate di altri somari, ignorando grammatica e sintassi; a riportare a pappagallo, e senza tregua, citazioni vergognose, slogan da stadio e da bordello; a sparare banalità come fossero articoli di legge o spunti di vangelo apocrifo: clandestini che portano il virus, invasione di migranti privilegiati, barconi da affondare, Salvini condottiero da salvare, la Meloni che ci protegge, governo di incapaci e di tiranni e farneticazioni varie. Un continuo, un fiume in piena di idiozie e bestialità, che non si arresta mai. 
Esibizionismo, voglia di contare e patologico narcisismo sono i nuovi demoni che si sono impossessati di costoro. Roba da psichiatra bravo (non il palloso Morelli o il verbosissimo "vescovo" Meluzzi) o da esperto esorcista. 

Provate, per esempio, a sbirciare cosa e quanto di incredibile e allucinante riescono a postare, ogni minuto, presunti amici come tali Vittorino e Annamaria. Molti sanno chi sono questi nuovi profeti fai da te, questi filosofetti del riciclo a buon mercato, che hanno scoperto la virtualità di esistere. 
Non so se ridere o piangere. 
9 agosto 2020 (Alfredo Laurano)

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