martedì 7 aprile 2020

DAR SOR ERMETE /2010


Soprattutto oggi, nell’Italia chiusa per virus, mancano sempre di più.
Come, peraltro, mancano tante altre occasioni di incontro, di piacere e di socialità: un buon caffè al bar preferito, una croccante pizza o una frittura in riva al mare sono già un ricordo. Sono già nostalgia canaglia.
Come lo sono drogherie, mescite, latterie, pizzicherie: erano i negozi di un volta, oggi quasi scomparsi e sostituiti da super e ipermercati e centri commerciali.
Eppure, fino a una cinquantina di anni fa, rappresentavano la vita di quartiere, erano spazi di incontro, di scambio e di riferimento sociale, economico e locale.
Lì, si faceva la spesa quotidiana, si comprava il latte in vetro, o si sorseggiava ‘na foglietta di vino, sbocconcellando due fettine di porchetta o di salame.
Si respirava un’aria mite e casareccia, si condividevano veri momenti di vita semplice e pulita.
Entrando, si veniva subito colpiti dal misto di odori che vi regnava: profumi forti, aromi dolci, speziati e penetranti, di pane, di cannella, di pepe, di cacao, di zafferano, si sfidavano per prevalere in quelle piccole, tipiche botteghe, in cui c’era un po’ di tutto.
Tutto era venduto sfuso. Lo zucchero si impacchettava nella carta blu, detta, appunto, da zucchero. La pasta nei cassettoni, il caffè, i legumi nei sacchi...tutto si poteva comprare a etti. Si commerciava a misura d’uomo, secondo le tasche e i bisogni, in quei luoghi così odorosi di bontà e umanità.
La sora Massimina, grattacheccara, angolo P.le Clodio
Ora, tutto questo non c’è più, appartiene a un'altra epoca che si chiama passato, dove abitano immagini, vetuste e malinconiche, di vita quotidiana: la latteria del padovano Bartolo, la macelleria Minucci, la frutteria di Paddeu, la trattoria di Angelino, la tabaccheria di Giacomino, il “Vini e Oli”, la grattachecca della sora Massimina, il barbiere Carlo la voce del quartiere - e il buchetto del mitico compagno calzolaio Angelino. Con tutti si parlava, si scambiava una battuta o un saluto.
Nomi, persone, amici e botteghe a misura d’uomo, a carattere familiare, che evocano sapori, sensazioni e sentimenti antichi.
E soprattutto quel fascino, quei colori e quelle fragranze, intense e persistenti, della drogheria del Sor Ermete all’angolo.
Restano luoghi della memoria, momenti magici e scolpiti della nostra infanzia e della giovinezza, che quasi si possono toccare.
 5 aprile 2020 (Alfredo Laurano)



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