domenica 12 aprile 2020

A CONTE FATTO /2015


Umiliati, svergognati e fatti a pezzi. Ma con stile, eleganza e semplicità. 
Chiamando per nome e per cognome, come fa solo chi ha il coraggio delle proprie azioni e non ha nulla da nascondere. Nell’armadio e fuori. 
Come sa e può fare solo chi si è affacciato alla scena politica sommessamente, in punta di piedi, con umiltà, discrezione, riservatezza e con profondo rispetto dei ruoli. Senza urlare, senza sbraitare, senza smanie di protagonismo e non da mestierante abituale, da parvenu del privilegio pubblico o da guascone prepotente. 
Come fa chi ha assunto, via via e con lealtà, un ruolo di estrema responsabilità e difficoltà, soprattutto oggi, in un incredibile momento di emergenza planetaria.

Direttamente, senza rimandi, allusioni o ambigui riferimenti di facciata, anche stavolta Il premier Giuseppe Conte ha inchiodato la strana coppia di bulli parolai Salvini & Meloni - in perenne e squallida campagna elettorale, anche ai tempi del devastante virus - alle loro colpe, alle falsità, ai sofismi inconcludenti che da sempre coltivano e diffondono e che, senza alcun pudore, hanno fatto circolare, anche in queste ultime ore, dopo aver fatto finta di voler collaborare all’emergenza. E li ha sputtanati davanti a un popolo sempre più disorientato e spaventato: “l'Eurogruppo non ha firmato nulla, non ha istituito nessun obbligo. E il MES, quel MES su cui abbaiate da ieri, l'avete introdotto e firmato voi, quando ancora esisteva il governo Berlusconi”.
Ma più che un attacco alla folkloristica coppia di bufalari - che, per piccata reazione, comicamente parla di tradimento, di comizi e roba da Unione Sovietica, evocando regimi totalitari - è stato un forte richiamo all’uso improprio e velenoso della battaglia politica, al mancato senso del dovere, alla coscienza dimenticata, alla necessaria onestà intellettuale, alla imprescindibile serietà di chi incide sull’opinione pubblica.
Alla faccia del logorroico Mentana, nell’inusitata veste di censore, e del falso, ipocrita, immarcescibile Capezzone, che, in buona compagnia, ridicola e circense, continua a ragliare spropositi dalle reti Mediaset. 
Una vetrina ripugnante e disgustosa, tra le quinte di un informe e scalcagnato teatrino, ispirato da quei due, dove un nugolo di disfattisti prezzolati, per pagnotta e per mestiere, cerca di svergognare le istituzioni, di ribaltare la realtà, di avvelenare il clima e indebolire un Paese già sfinito. 
Senza dignità, senza morale, senza giustificazione alcuna.
Fate infinitamente pena.
11 aprile 2020 (Alfredo Laurano)

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