venerdì 1 novembre 2019

ZUCCHE VUOTE/1895


Dolcetto o scherzetto. Dispetto o pugnetto, insulti e violenza.
La stupida festa di Halloween, importata d'oltreoceano da qualche anno, ormai dilaga anche nel nostro Paese, ma spesso assume risvolti che sanno poco di goliardico e troppo di guerriglia urbana.
Lancio di uova, aggressioni, ragazze infastidite, ragazzini picchiati
Più di un “normale” sabato sera, la festa delle zucche vuote è un’occasione straordinaria, una giornata “più delicata”, in cui si registrano maggiori scene di ordinaria violenza collettiva, di aggressioni e insulti nei confronti di giovanissimi, da parte di altri giovanissimi, annoiati bulletti nostrani.
Durante Halloween, ma anche nei giorni precedenti la ricorrenza anglosassone, ci si trova a dover affrontare una vera e propria escalation di “scherzi” di cattivo gusto, il più delle volte legati al fenomeno delle baby gang sempre più diffuso nelle città italiane.

A Bari, c’è stato un vero e proprio allarme baby gang in centro e sul lungomare, trasformato di notte in un far west, ove prospera l’illegalità e vige la consapevolezza della impunità. Molti anziani si sono imbattuti in veri gruppi antisociali costituiti da ragazzini di 12/14 anni, le cui azioni spesso sono così vili da determinare una escalation violenta e fuori controllo.

I giochetti di Halloween sono però solo la punta dell’iceberg di un vero e proprio problema, legato alla perdita della responsabilità personale e al livello di ineducazione proposto da scuola, società e famiglie di quegli aspiranti delinquenti, che trovano nella brutalità gratuita un modo per divertirsi.
Sullo sfondo, una intera generazione che ignora il senso di colpa, che non conosce la vergogna e la paura.
Il potere delle baby gang fa sentire forti, quasi invincibili e condiziona ogni adolescente che ne fa parte. Il gruppo orienta il pensiero e ne determina i comportamenti. L’identità del singolo si trasforma, sfugge alla propria individualità e si plasma con quella del gruppo. È il normale tentativo di deresponsabilizzarsi e di condividere le conseguenze delle proprie azioni con la gang.

Si chiede, allora, come a Bari, il coprifuoco: genitori, commercianti e cittadini invitano il sindaco a far presidiare ogni angolo della città da Polizia e Carabinieri, per tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, per impedire che ci siano atti vandalici contro negozi e luoghi pubblici.
Scenari da guerra civile in una giornata che di festa ha ben poco, ma di inciviltà tanta.
“Invece di volere polizia ovunque, replica il sindaco, chiediamoci cosa facciamo noi perché i nostri figli imparino a diventare cittadini migliori, chiediamoci cosa gli insegniamo ogni giorno e se, forse, non abbiamo sbagliato qualcosa noi”.
Siamo d’accordo, il primo presidio educativo è la famiglia: piuttosto che invocare lo stato d’assedio, sarebbe più utile fare riferimento alle responsabilità genitoriali.
 E non solo quando è festa, non solo quando è Halloween.
1° novembre 2019 (Alfredo Laurano)



Nessun commento:

Posta un commento