Dolcetto o scherzetto. Dispetto o pugnetto,
insulti e violenza.
La stupida festa di Halloween, importata
d'oltreoceano da qualche anno, ormai dilaga anche nel nostro Paese, ma spesso
assume risvolti che sanno poco di goliardico e troppo di guerriglia urbana.
Lancio di uova, aggressioni, ragazze
infastidite, ragazzini picchiati
Più di un “normale” sabato sera, la festa
delle zucche vuote è un’occasione straordinaria, una giornata “più delicata”,
in cui si registrano maggiori scene di ordinaria violenza collettiva, di
aggressioni e insulti nei confronti di giovanissimi, da parte di altri
giovanissimi, annoiati bulletti nostrani.
Durante Halloween, ma anche nei giorni
precedenti la ricorrenza anglosassone, ci si trova a dover affrontare una vera
e propria escalation di “scherzi” di cattivo gusto, il più delle volte legati
al fenomeno delle baby gang sempre più diffuso nelle città italiane.
A Bari, c’è stato un vero e proprio allarme
baby gang in centro e sul lungomare, trasformato di notte in un far west, ove
prospera l’illegalità e vige la consapevolezza della impunità. Molti anziani si
sono imbattuti in veri gruppi antisociali costituiti da ragazzini di 12/14 anni,
le cui azioni spesso sono così vili da determinare una escalation violenta e
fuori controllo.
I giochetti di Halloween sono però solo la
punta dell’iceberg di un vero e proprio problema, legato alla perdita della
responsabilità personale e al livello di ineducazione proposto da scuola,
società e famiglie di quegli aspiranti delinquenti, che trovano nella brutalità
gratuita un modo per divertirsi.
Sullo sfondo, una intera generazione che
ignora il senso di colpa, che non conosce la vergogna e la paura.
Il potere delle baby gang fa sentire
forti, quasi invincibili e condiziona ogni adolescente che ne fa parte. Il
gruppo orienta il pensiero e ne determina i comportamenti. L’identità del
singolo si trasforma, sfugge alla propria individualità e si plasma con quella
del gruppo. È il normale tentativo di deresponsabilizzarsi e di condividere le
conseguenze delle proprie azioni con la gang.
Si chiede, allora, come a Bari, il
coprifuoco: genitori, commercianti e cittadini invitano il sindaco a far presidiare
ogni angolo della città da Polizia e Carabinieri, per tutelare l’ordine
pubblico e la sicurezza dei cittadini, per impedire che ci siano atti vandalici
contro negozi e luoghi pubblici.
Scenari da guerra civile in una giornata
che di festa ha ben poco, ma di inciviltà tanta.
“Invece di volere polizia ovunque, replica
il sindaco, chiediamoci cosa facciamo noi perché i nostri figli imparino a
diventare cittadini migliori, chiediamoci cosa gli insegniamo ogni giorno e se,
forse, non abbiamo sbagliato qualcosa noi”.
Siamo d’accordo, il primo presidio
educativo è la famiglia: piuttosto che invocare lo stato d’assedio, sarebbe più
utile fare riferimento alle responsabilità genitoriali.
E
non solo quando è festa, non solo quando è Halloween.
1° novembre 2019 (Alfredo Laurano)
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