domenica 10 novembre 2019

QUELLA SCORTA SIAMO NOI /1901


L’altro ieri, Repubblica titolava in prima pagina: “La scorta siamo noi”.
E così dovrebbe essere, così deve essere.
Liliana Segre è provata, addolorata, stanca. Segnata dagli insulti e dalle minacce che hanno spinto la Prefettura di Milano ad assegnarle la scorta.
Una tutela contro gli odiatori di una donna che ha già conosciuto gli orrori dei campi nazisti. "Forse è troppo", ha detto la senatrice, non nascondendo la tentazione di abbandonare la guida della neonata commissione contro l'antisemitismo, il razzismo, l'odio e la violenza.

Allora, siamo noi - che crediamo in quei valori e in quei simboli di pace e tolleranza, che rifiutiamo ogni forma di abuso, di insulto e di discriminazione, che disprezziamo gli odiatori di mestiere e di coscienza - che dobbiamo essere il suo conforto, il suo pensiero positivo, la sua scorta culturale.
Siamo noi che dobbiamo dare l’esempio, che educhi le nuove generazioni al rifiuto perenne della barbarie, comunque si presenti.
Oltre ogni veleno endemico, sociale e antropologico, oltre ogni drammatica forma di revisionismo storico che corrode la democrazia. 
Oltre ogni tentativo di vile negazionismo, contro i falsi miti, le teorie e le esaltazioni dell’uomo nuovo, della cultura machista, delle orde di naziskin e di ogni sintomo di un male che si fa colpa grave. Contro la malattia dell’ignoranza, che prevede, ancor oggi, che una sopravvissuta ad Auschwitz, della cui testimonianza dovremmo essere grati in eterno, debba essere costretta a girare con la vigilanza armata, solo ed esclusivamente, per quello che la sua vita rappresenta.

Grave la responsabilità della politica italiana che, con la sua inerzia e con la sua apatia, ha di fatto umiliato questa donna, questo simbolo di resistenza e di determinazione. Che non riesce (o non vuole) contrastare ed estirpare quella infestante pianta del cattivismo, quelle radici d’odio sedimentato che offendono la ragione, la sensibilità e il senso di umanità, soprattutto attraverso la scuola e l’istruzione: una sponda naturale, uno strumento insostituibile e potente per costruire delle coscienze consapevoli. Un ragazzino di dieci anni, ma anche altri molto più grandi, oggi non sa nulla di nazismo, di fascismo, di Olocausto. Solo alcuni insegnanti, capaci e illuminati, inseriti nel tempo presente, di certi temi parlano, e spiegano e raccontano per cosa hanno combattuto i nostri nonni, per cosa hanno dato la vita centinaia di migliaia di persone, perché si sono sacrificati.

Di fronte a tanta nefandezza umana sparsa a piene mani, a cui il web e i social hanno dato una pericolosa cittadinanza, i politici di Destra si astengono sulla proposta di Commissione Segre e non si alzano in piedi ad applaudire una vittima in carne ed ossa della barbarie nazista, incapaci di esprimere rispetto e riconoscenza. Per non perdere voti e consensi dei neofascisti, cui, in un modo o nell’altro, strizzano l’occhio, quando non vanno a braccetto.
Meglio ignorare, meglio rifugiarsi in improbabili sofismi per giustificarsi.
Meglio dare la scorta a Liliana Segre e girare la testa dall’altra parte. (Alfredo Laurano)


Nessun commento:

Posta un commento