venerdì 29 novembre 2019

OMBRE NERE /1912



I nemici, quelli giurati, erano stranieri, ebrei e partigiani.
"Ad ottobre inizieranno gli addestramenti della milizia nazionalsocialista, sforneremo soldati pronti a tutto”, diceva uno dei capi.
"Io sposerei un ebreo solo per torturarlo giorno dopo giorno - le parole di un’altra - "Questi devono avere la stella di David marchiata a fuoco sulla fronte dalla nascita così non sfuggono. Le donne vanno sterilizzate, tutte quelle cagne, e gli uomini vanno castrati, questo è il metodo migliore", diceva un indagato che aggiungeva, "ammiro Hitler perchè li bruciava tutti. Sono razzista, fascista e sono felicemente omofobo". "Potremmo lanciare una molotov all'Anpi".
Questo e tanto altro il delirio degli indagati nei post e nelle intercettazioni della Digos di Enna che, dopo due anni di indagini e perquisizioni in tutta Italia, ha scovato un altro movimento neonazista: 19 accusati, con armi, esplosivi, bandiere, busti di Benito Mussolini, libri sul giudaismo e sul fascismo e materiale vario.
Secondo gli inquirenti volevano creare un movimento xenofobo e antisemita denominato "Partito nazionalsocialista italiano dei lavoratori" che si ispirava apertamente a Hitler.
In una nota ufficiale, parlano dell’esistenza di una vasta e frastagliata galassia di soggetti, residenti in diverse località, accomunati dal medesimo fanatismo ideologico ed intenzionati a ricostituire i fasti del nazismo.
Tra questi, c’è anche tale Francesca Rizzi: la "Miss Hitler" milanese con l'aquila nazista sulle spalle, che ha vinto il titolo quest'anno partecipando ad un concorso lanciato da un social network russo.
36 anni, lunghi capelli biondi tinti e tatuaggi che inneggiano al suo idolo nazista, la Miss insulta in rete la Boldrini, Liliana Segre e tutti gli ebrei senza mezzi termini: “Questi subumani devono sparire dalla faccia della terra. Con i forni ci vorrebbe troppo tempo” scrive sul suo account.
Ora è indagata con altri 18. Alle spalle una vita difficile, mamma single e lavoretti per tirare avanti: una sbandata, non solo ideologicamente.

I nazisti italiani, per farsi trovare pronti - spiega ancora la Digos siciliana - avevano già definito la struttura interna e territoriale del movimento, creato il simbolo e redatto il programma, dichiaratamente antisemita e negazionista, e avevano condotto attività di reclutamento e proselitismo pubblicando contenuti del medesimo tenore sui propri account social, anche in una chat chiusa denominata Militia, finalizzata all’addestramento dei militanti. 
Non solo social, propaganda e addestramento però: i neonazisti sembravano pronti a entrare in azione e - almeno così dicevano loro stessi - avevano disponibilità di armi ed esplosivi e avevano un contatto per comprare kalashnikov a 150 euro.
Ma, tranquilli, come molta stampa e politici vari dicono, in Italia non c’è fascismo, non c’è pericolo: sono solo quattro pupazzi che, per gioco, inneggiano al nazismo e predicano sterminio e pulizia. E, magari, facendo ricorso a qualche forno, ma non per fare certo il pane. (Alfredo Laurano)



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