E’
stato condannato a sei anni di carcere, dalla Corte d'Appello di Roma, Antonio
Casamonica, imputato per l'aggressione al "Roxy Bar" della Romanina, compiuta
ad aprile dello scorso anno. La pena è stata ridotta di un anno, ma l’aggravante
mafiosa è stata confermata e riconosciuta anche in secondo grado.
Per
la stessa vicenda sono stati già condannati i due fratelli Di Silvio e il nonno
Enrico, con rito abbreviato, giunto alla sentenza di appello nel maggio scorso,
che ha riconosciuto il metodo mafioso come aggravante dei reati contestati. Inflitti
4 anni e 10 mesi di carcere ad Alfredo Di Silvio, 4 anni e 8 mesi al fratello,
Vincenzo, e 3 anni e due mesi al nonno dei due, Enrico. I tre erano accusati a
vario titolo di lesioni, danneggiamento, minacce e violenza privata, aggravati
da metodo mafioso.
Secondo
la ricostruzione degli inquirenti, Antonio Casamonica e il cugino Alfredo Di Silvio
sono entrati nel locale con la pretesa di passare avanti ad altri clienti e
hanno insultato il titolare, urlandogli "rumeno di merda". In fila
con loro c'era la donna, picchiata per prima per aver risposto agli insulti
dicendo loro che "se non apprezzavano il servizio potevano cambiare
bar".
I
due le hanno strappato e rotto gli occhiali, poi l'hanno spinta contro un muro
e colpita con ferocia, armati di una cintura, mentre lei implorava pietà e gli
altri presenti non reagivano, pietrificati dal terrore. Prima di lasciare il
locale altre urla contro la vittima: "Se chiami la polizia ti
ammazziamo".
Dopo
mezz'ora Alfredo Di Silvio è tornato in compagnia del fratello Vincenzo: i due
hanno aggredito a colpi di bottiglia il barista 'colpevole' di non essersi
occupato con solerzia di loro. Hanno devastato il bar, intimando al titolare di
chiudere e gridando: "Qui comandiamo noi, fai quello che ti diciamo o ti
ammazziamo!"
Questa
sentenza, che
riconosce la responsabilità penale e soprattutto il metodo mafioso che esiste
in alcuni luoghi di questa città, gestiti e controllati da una criminalità
organizzata, dimostra
ancora una volta la gravità del fenomeno nella Capitale e la differenza tra quell’aggressione
di vera mafia e una semplice lite in un bar.
Ora,
comunque, i Casamonica comandano e spadroneggiano un po’ meno.
(Alfredo Laurano)
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