mercoledì 27 novembre 2019

E QUI COMANDO IO /1909

Una bella notizia. Per la società, per i cittadini per bene, per le persone che lavorano onestamente e si sacrificano per farlo.
E’ stato condannato a sei anni di carcere, dalla Corte d'Appello di Roma, Antonio Casamonica, imputato per l'aggressione al "Roxy Bar" della Romanina, compiuta ad aprile dello scorso anno. La pena è stata ridotta di un anno, ma l’aggravante mafiosa è stata confermata e riconosciuta anche in secondo grado.
Per la stessa vicenda sono stati già condannati i due fratelli Di Silvio e il nonno Enrico, con rito abbreviato, giunto alla sentenza di appello nel maggio scorso, che ha riconosciuto il metodo mafioso come aggravante dei reati contestati. Inflitti 4 anni e 10 mesi di carcere ad Alfredo Di Silvio, 4 anni e 8 mesi al fratello, Vincenzo, e 3 anni e due mesi al nonno dei due, Enrico. I tre erano accusati a vario titolo di lesioni, danneggiamento, minacce e violenza privata, aggravati da metodo mafioso.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Antonio Casamonica e il cugino Alfredo Di Silvio sono entrati nel locale con la pretesa di passare avanti ad altri clienti e hanno insultato il titolare, urlandogli "rumeno di merda". In fila con loro c'era la donna, picchiata per prima per aver risposto agli insulti dicendo loro che "se non apprezzavano il servizio potevano cambiare bar".
I due le hanno strappato e rotto gli occhiali, poi l'hanno spinta contro un muro e colpita con ferocia, armati di una cintura, mentre lei implorava pietà e gli altri presenti non reagivano, pietrificati dal terrore. Prima di lasciare il locale altre urla contro la vittima: "Se chiami la polizia ti ammazziamo".
Dopo mezz'ora Alfredo Di Silvio è tornato in compagnia del fratello Vincenzo: i due hanno aggredito a colpi di bottiglia il barista 'colpevole' di non essersi occupato con solerzia di loro. Hanno devastato il bar, intimando al titolare di chiudere e gridando: "Qui comandiamo noi, fai quello che ti diciamo o ti ammazziamo!"

Questa sentenza, che riconosce la responsabilità penale e soprattutto il metodo mafioso che esiste in alcuni luoghi di questa città, gestiti e controllati da una criminalità organizzata, dimostra ancora una volta la gravità del fenomeno nella Capitale e la differenza tra quell’aggressione di vera mafia e una semplice lite in un bar.
Ora, comunque, i Casamonica comandano e spadroneggiano un po’ meno.
 (Alfredo Laurano)

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