giovedì 13 dicembre 2018

SE TUO FIGLIO BAMBINO VUOLE ANDARE AL CONCERTO


Una bella lettera carica di amore e preoccupazione, scritta da una mamma che si chiama Angela Scorpecci.

“Scrivo di sera, dal mio pc. Mio figlio dorme tranquillo nella stanza accanto…il lettino con le sponde, il cancelletto chiuso a protezione delle scale. La casa è silenziosa e ho quella rassicurante sensazione che mio figlio sia al sicuro.
Per quanto tempo? mi chiedo.
Abitiamo ad Ancona, a pochi km da Corinaldo, paesino/gioiello, teatro di una tragedia assurda che ci ha sconvolti. Da quel giorno io e mio marito non facciamo altro che chiederci: cosa possiamo fare? Se avessimo avuto un figlio adolescente, che frequentava un qualsiasi istituto superiore di Senigallia, certamente quel maledetto venerdì sera sarebbe voluto andare a quella festa, sarebbe stato lì.
Allora cosa avremmo fatto? Lo avremmo messo al riparo dai pericoli a noi noti, lo avremmo accompagnato, lo saremmo andati a riprendere ad un orario concordato, frutto di lotte e contrattazioni che sarebbero durate settimane.

Mi piace pensare a mio figlio da grande, tra quegli adolescenti, con la testa sulle spalle, consapevole dei rischi e dei pericoli, che quella sera non avrebbe bevuto, fumato, non avrebbe assunto droghe…eppure forse non sarebbe bastato. Saremmo stati noi genitori così bravi, informati e presenti da sapere che ai concerti lo spray al peperoncino era stato usato più volte? E avremmo fatto la deduzione che uno spray urticante genera il panico, che il locale sarebbe stato sovraffollato, le uscite di sicurezza insufficienti, che l’orda di persone ti potrebbe travolgere, che è meglio restare fermi e mantenere la calma? Probabilmente no.
Oppure, rasentando l'assurdo, saremmo stati in grado di far capire che le bestialità che scrive quel rapper non son degne di essere ascoltate perché offendono le donne, legittimano droghe e alcool, e ancora di più? No, certo che no.

Tra un po’ toglieremo le sponde al lettino, le scale non saranno più una minaccia e nostro figlio si affaccerà sul mondo e noi dietro di lui. Faremo del nostro meglio, consapevoli che potrebbe non bastare.
Ma siamo anche consapevoli che i figli sono frecce scagliate dal nostro arco, e sono liberi di prendere la loro direzione. 
Noi cercheremo di non perdere mai di vista la freccia perché, anche se la mano trema, l’arco deve rimanere saldo”.



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