venerdì 7 dicembre 2018

CROCI, SIMBOLI E PRESEPI


Il crocifisso è un simbolo che identifica una religione. Ma anche una forma di dominio e di aggressione, come furono le Crociate, o guerre sante, - promosse dalla Chiesa cattolica, attraverso la nobiltà feudale - combattute tra l'XI e il XIII secolo, per riconquistare la Terra Santa dal controllo islamico. Non a caso, quella croce la portavano cucita o dipinta sui propri abiti e divise.
Dietro quell’emblema e quel motivo religioso, tuttavia, si nascondevano anche altri interessi economici, come il desiderio di controllare il proficuo commercio con l’oriente.
Quel crocifisso non è, quindi, proprio un valore della nostra identità, “da prendere in mano e sbandierare, orgogliosamente, ai quattro venti, quasi fosse la nostra arma”.(Cit)

Al contrario del Presepe, che, al di là del mistero dell’incarnazione, è da sempre rappresentazione di pace e fratellanza, messaggio d’amore e di bontà.
Ce lo dice la sua storia, ce lo dicono i suoi personaggi e i luoghi della tradizione: la grotta o la capanna, la mangiatoia, dov'è posto il bambinello, i due genitori, Giuseppe e Maria, i magi, i pastori, le pecore, il bue e l'asinello, gli angeli, i fuochi, i fiumi e il cielo stellato con tanto di cometa.
Nel suo significato pedagogico, il presepe è un’autentica riserva di valori: il valore dell’essenzialità, del silenzio, della pace, della gioia e della tenerezza, della solidarietà. Per tutto questo il presepe va difeso, protetto ed eletto a simbolo.
In esso sono racchiusi le qualità, le virtù, i principi morali e le sensibilità che fanno emergere l’Uomo.
Te piace ‘o presepe?
Ce lo chiedeva Eduardo De Filippo, già nel 1931, in Natale in casa Cupiello.
La mia risposta è ancora e sempre sì.
 (Alfredo Laurano)


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