venerdì 21 dicembre 2018

DEDICATO A TE, AMICO MIO


Dopo tanto tempo di inattività presepiale, nel 2012, ho voluto realizzare questo piccolo presepio per dedicarlo al mio grande amico perduto un mese prima, ricordandone l'ironia che accompagnava il suo, sempre uguale, sempre approssimativo e sballato nelle sue distratte proporzioni: Giuseppe era la metà di Maria e alcune pecore più grandi dei pastori. Non parliamo delle piante e delle case, di ogni dimensione, stile e fattura.
Quel maledetto anno, non poté più farlo: se ne andò, senza il suo improbabile presepe, un mese e mezzo prima di Natale.

Lo canzonavo per quel suo improbabile allestimento, affettuosamente lo prendevo in giro dicendogli, ogni Natale che ostinatamente lo riproponeva, sempre uguale, che doveva decidersi a fare qualcosa di meno infantile, di più serio e più realistico, che doveva studiare la prospettiva, le misure, le proporzioni, gli elementi scenici in primo piano.
Si accendevano dispute sofistiche sui significati, sui valori e sull’arte presepiale.
La sua semplice rappresentazione, ripensandoci oggi, aveva tuttavia qualcosa di magico e surreale: l’autenticità, la freschezza, la genuinità, la spontaneità, l’innocenza dell’eterno bambino, che va oltre ogni gabbia razionale per inseguire la pura fantasia.
Infatti, come lui disinvoltamente diceva, a conclusione di ogni burlesco confronto, "ma che te frega, conta il simbolo, la tradizione!"
E, forse, aveva ragione.
Auguri Mimmo, in qualunque presepe ora tu sia!
Nel mio, ci sei sempre.
 (Alfredo)




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