lunedì 3 dicembre 2018

OSTERIE D'ITALIA 2019. Sussidiario del mangiarbere all'italiana

Il cibo si sa, è una questione di gusti, la professionalità invece è un valore oggettivo. Unire gusto e professionalità è stato l’arduo compito che anche quest’anno è stato portato a termine dalla guida Osterie d’Italia 2019, Slow Food Editore, in libreria e on line, da qualche giorno. 

Protagoniste di questa guida sono, appunto, le osterie: luoghi ricchissimi di storie, tradizioni e prodotti, che mettono in tavola le grandi materie prime del territorio a un prezzo accessibile.
Ma anche innovazione e soprattutto accoglienza. 
Il carattere familiare, il calore della convivialità sono elementi imprescindibili per l’avventore di questi tipi di locali che cercano anche l’emozione e il ricordo. 
Sono 133 le new entry su 1617 insegne recensite (in media il menu completo non supera i 35 euro, con rare eccezioni, ma sempre entro i 40 euro, giustificate da materie prime di particolare pregio). Di queste, 279 popolano la compagine delle Chiocciole. 

Tanti i simboli per orientarsi tra tavole con orto di proprietà, con una ricca selezione di formaggi, locali che propongono menu vegetariano e carte dei vini particolarmente meritevoli perché attente al territorio, indirizzi con possibilità di alloggio. Oltre a una nuova sezione Supplì a Roma e al nuovo simbolo dedicato all'extravergine e alle cucine che lo valorizzano. 

“Secondo noi (dicono i curatori della guida) l’osteria è accogliente e conviviale, ha un buon rapporto qualità/prezzo, conosce a fondo la materia prima che usa, lavora prodotti di prossimità, sa proporre il vino, anche se è solo quello della casa, non ha il menù degustazione, non scimmiotta il ristorante importante, è moderna ma non rinnega il passato, non insegue le mode, anzi spesso le anticipa.”

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