martedì 31 luglio 2018

IL FASCISTA IN DOPPIO PETTO


Caro sindaco di Ladispoli, con annessa Giunta, volete intitolare una strada a Giorgio Almirante, visto che a Roma l’analoga proposta è miseramente fallita?
Fate pure, nessun problema, purché sulla targa in marmo, sotto il suo riverito nome, venga indicato il suo ruolo e definita la sua nobile funzione, come si fa per illustri scienziati, artisti, condottieri, musicisti, poeti e navigatori.
E allora, condensato in poche righe, si dovrà scrivere chi era costui, perché il popolo sappia e la Storia ricordi.
Repubblichino di Salò, Almirante nel 1938 fu firmatario del Manifesto della razza, anticamera dell'olocausto degli ebrei, collaborando poi fino al 1942 alla rivista "La difesa della razza" come segretario di redazione.
Su questa rivista si occupò di far penetrare in Italia le tesi razziste provenienti dalla Germania nazista, ma con tutto l'orgoglio di essere razzisti italiani.

Il 10 aprile 1944, apparve il cosiddetto “manifesto della morte”, firmato dallo stesso Almirante, in cui si decretava la pena della fucilazione per tutti i partigiani che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi.
Vi era riprodotto l’ultimatum rivolto da Mussolini ai militari "sbandati" dopo l’8 settembre 1943 e ai ribelli saliti in montagna: consegnatevi ai tedeschi o ai fascisti entro trenta giorni, oppure vi aspetta la fucilazione.
Morte era minacciata anche a chi avesse dato aiuto o riparo ai partigiani. Fu il sigillo, quel decreto legge voluto dal duce di concerto con Rodolfo Graziani, per un’indiscriminata caccia all' uomo e per rastrellamenti feroci, in una terra insanguinata dalle stragi. Solo in Maremma, tra il 13 e il 14 giugno, furono ammazzati a Niccioleta ottantatré minatori.
Nel 1972, fu accusato e amnistiato, solo perché ultrasettantenne, anche dal reato di favoreggiamento aggravato agli autori della strage di Peteano, nella quale tre carabinieri furono fatti saltare in aria.
E fu proprio Giorgio Almirante, il fascista in doppio petto, quello rispettabile, quello con il senso dello Stato, a proteggere lo stragista, fino a mandargli 34.650 dollari in Spagna, per operarsi alle corde vocali.

Certo, nella via a lui dedicata ci vorrà una targa molto grande, extra large, per contenere questo magnifico riassunto.
Perché questa è Storia, non è un’opinione. (Alfredo Laurano)

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