giovedì 5 luglio 2018

CAPRI NEL PIATTO


C’è pure chi la ordina al ristorante! Forse, per esaltare la scelta del banale e festeggiare un calo vertiginoso della fantasia gastro-alimentare, più che del gusto personale.
Con tutto quel che offre un buon menù, chiedere una semplice caprese, o un’insalata di lattuga e carotine, è una semi offesa a chi fa il ristoratore di mestiere.
Fermo restando che ognuno fa come gli pare, brutalmente mi domando: perché allora andare a mangiare in una invitante e costosa trattoria? Non è meglio consumarla a casa, in un picnic o al mare, sotto l’ombrellone?
E', comunque, uno dei piatti freddi più amati dagli italiani, letteralmente adorato dagli stranieri. Anche perché comunica l’ambiguo messaggio della leggerezza.
Mozzarella, pomodoro, basilico: tre ingredienti, tre colori, come la bandiera italiana, come la semplicità assoluta che diventa confort food per eccellenza.
E' la carta d'identità dell'insalata caprese, la più famosa della cucina partenopea e della dieta mediterranea, che condivide il nome e i natali con la celeberrima torta al cioccolato, e che si porta dietro un passato di storia e di leggenda.
Sembra che la sua nascita o la sua prima apparizione avvenne al Quisisana, uno degli hotel e delle tavole più famose dell'isola azzurra, attorno agli anni '20.
Leggenda vuole che questo piatto fu servito e ideato per Filippo Tommaso Marinetti, il poeta futurista che riscrisse anche un manifesto della gastronomia, dove bandiva regole, forchette, galateo e pastasciutta. Una ricetta pura, semplice, adatta al pensiero dello scrittore, in quanto non solo andava contro ogni forma di cucina barocca e nobile, ma rappresentava il nostro stesso Paese e il suo tricolore.
La caprese sarebbe quindi un'insalata dalla storia futurista, condita con una buona dose di nazionalismo, al posto dell’extravergine di qualità.
Ma, nell'immaginario collettivo di molti, è soprattutto legata al proprio passato, a partire dall'infanzia. E’ memoria familiare, ricordi di mare e di vacanze, di spiaggia, di secchiello ed ombrellone.
E’ la semplicità assoluta, racchiusa fra due fette di pane e di bontà, col pomodoro anche spremuto e strofinato sullo stesso pane, la mozzarella, il basilico e un filo d’olio, in un solo morso d’identità e piacere, fatto di freschezza, acidità e dolcezza.
Tutto il sapore mediterraneo racchiuso in una merenda sana o nello spuntino di metà mattina, quando il pomodoro profumava intensamente, anche da lontano, tavola e cucina, e sapeva di vero pomodoro. (Alfredo Laurano)

Nessun commento:

Posta un commento