mercoledì 11 luglio 2018

AMICI ALBERI


Si sta come d’autunno…
Una volta cadevano le foglie, come ci ricordano Ungaretti e i suoi soldati, ora, cadono direttamente gli alberi. E non siamo in guerra, se non precipitati in quella dell’incuranza, dell’incapacità, dell’ignoranza civica e amministrativa. Ed è così da molti anni, per non dire da sempre.
Momenti di paura in viale Angelico, all’altezza del civico 38, tra il bar King - luogo della mia giovinezza e che ancora, spesso, frequento - e la farmacia Mazzei, quando un albero è caduto in strada spaventando i numerosi passanti. 
Un alto platano, come i tanti che delimitano il grande viale, si è abbattuto, all’improvviso, in parte anche sulla pista ciclabile, coinvolgendo diverse macchine parcheggiate, parzialmente danneggiate. 
Fortunatamente non ha colpito, persone e passanti e mezzi in movimento: un giovane in motorino è stato miracolosamente sfiorato e si è salvato.
Ancora una volta, si è sfiorata la tragedia ma, certamente, è da tempo annunciata e solo rimandata.

Negli ultimi mesi, a Roma, soprattutto nell’alberatissima Prati (Castel S. Angelo, via Scipioni, viale Giulio Cesare, via Leone IV), sono stati molti gli alberi crollati, perché ammalati e pericolanti, perché non potati da tempo, non sfoltiti e "decapitati" per ritrovare il giusto baricentro e per essere meno soggetti alle sollecitazioni del vento.
Le immagini dell’albero suicida sono state subito caricate in rete, scatenando rabbia e polemiche anche su Facebook: “Qui a Prati cade un albero settimana - scrive qualcuno - provocando disagi, chiusure e, soprattutto, paura e insicurezza ai cittadini, che vedono a rischio la propria incolumità”.
Si ha il terrore di passare accanto agli alberi e sui cigli della strada, si raccomanda ai figli di evitare vie pericolose e di guardare spesso in alto. Siamo quasi alla psicosi collettiva. 
Qualcuno teme anche che l’emergenza provochi l’indiscriminato abbattimento, l'effetto "disboscamento". 
Cioè, meglio tagliare che curare. (Alfredo Laurano)


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