sabato 28 luglio 2018

SI FA PRESTO A DIRE EROI

E mo’ basta co tutti sti migranti eroi, che aiutano, che salvano la vita alle persone, che ancora fanno le buone azioni quotidiane, come predica il vangelo, che noi non facciamo più.
Poche settimane fa, l’acrobata-uomo ragno ghanese che a Torino si è arrampicato in pochi secondi su un palazzo, fino al quarto piano, per acchiappare una bimbetta appesa ad un balcone. Poi, c’è stato quello che si è buttato in un fiume, non ricordo dove, per salvare un ragazzo che stava annegando. Quello che ha consegnato ai Carabinieri un portafoglio assai imbottito, che aveva trovato in strada. Quell’altro che ha aiutato la vecchietta ad attraversare la strada, a portarle la spesa e via dicendo.
Ma allora non sono tutti delinquenti, criminali, spacciatori e violentatori questi extracomunitari che “ci invadono”? Non sono peggio dei camorristi, dei mafiosi e ‘Nranghetisti?

Da ieri mattina, Osahon Ewansiha è un dipendente del Prestofresco: è stato assunto per gratitudine e, diciamo, per premio o ricompensa. Deve caricare gli scaffali, controllare le scadenze e lavorare in magazzino.
Meno di un mese fa, era diventato l’eroe della catena di quei supermercati, dopo aver sventato una rapina, l’ennesima nel punto vendita di via Mercadante, a Torino.
Il giovane nigeriano di 27 anni, che ora indossa la maglietta rossa con il logo del market, si era lanciato dentro il negozio per bloccare un rapinatore che, armato di coltello, stava minacciando la cassiera. I due avevano lottato: il ragazzo aveva schivato diversi fendenti e, alla fine, il bandito (italiano) era stato costretto a fuggire. I carabinieri però lo hanno identificato e arrestato due settimane fa.
Racconta Osahon: "Io chiedevo l’elemosina perché, anche se non avevo niente, non volevo rubare. Ho guardato quella cassiera in pericolo e ho pensato alla mia famiglia in Nigeria".
Ora sono felicissimo, con questo lavoro inizia il mio futuro - continua con un certo orgoglio - potrò mandare soldi a casa: anche i miei fratelli contano su di me.  È il mio primo lavoro vero qui in Italia: non pensavo che il mio gesto, quel sabato mattina, avrebbe portato a tutto questo. Mi ha rivoluzionato la vita".
E, magari, anche i pregiudizi di tanti benpensanti, xenofobi italiani.
 (Alfredo Laurano)


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