mercoledì 28 febbraio 2018

L'ATTESA, LO SCONFORTO

In tanti siamo stati con il fiato sospeso, abbiamo atteso con un minimo di speranza un epilogo diverso e positivo del dramma che si stava consumando a Cisterna di Latina, dalle cinque di questa mattina. Abbiamo partecipato con tutta la nostra emotività, ci siamo illusi che la disperazione non arrivasse a tanto.
Dopo lunghe ore di intense, quanto inutili trattative, nelle quali i “negoziatori” avevano cercato di convincere il carabiniere - che aveva già sparato alla moglie e si era barricato in casa - a desistere e arrendersi, hanno fatto irruzione per scoprire quel che tutti temevamo: aveva ucciso nel sonno, fin dalla mattina, le sue due figlie di otto e quattordici anni e si era da poco suicidato.

E la lunga, infinita, angosciante attesa in un attimo è cessata, ha scritto la parola fine, ha lasciato il posto al pianto e all’incredulità, al dolore collettivo di tanta gente e genitori.
Una speranza delusa, un’ennesima tragedia della follia umana, compiuta in nome di una insana teoria del dominio e del possesso, che non ammette rinunce e fallimenti, che distrugge l’esistenza e cancella la vita propria e di chi è più caro, insieme a ogni altro sentimento. 
Povere creature, a cui è stato impedito di svegliarsi e, forse, di capire. 
(Alfredo Laurano)


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