Attenzione, attenzione, c'è
un uomo armato in auto che sta sparando in città. Restate tutti in casa e nei
luoghi di lavoro fino a nuova comunicazione. Abbiamo fermato il trasporto
pubblico e chiesto alle scuole di tenere i bambini all'interno. Si consiglia di
non muoversi per andare a prenderli fino a nuova comunicazione: questo
l'appello lanciato stamattina alla cittadinanza dal sindaco di Macerata, quasi
un coprifuoco da guerra civile.
Rappresaglia,
tiro a caso, castigo, vendetta e punizione: un raid di stampo chiaramente razzista,
una reale, quanto incredibile situazione di pericolo che si è venuta a creare
per opera di un novello giustiziere, Luca Traini, incensurato, fisico atletico,
capelli rasati, bloccato dai carabinieri, dopo oltre un'ora, davanti al
Monumento ai Caduti.
Dopo
aver dichiarato, “vado a fare una strage”,
aveva seminato paura,
sparando pistolettate dalla propria auto in corsa, ferendo sei persone, tutte
africane, e colpendo negozi ed edifici. Ha
percorso e terrorizzato le vie del centro e della stessa zona dove abitava il
presunto assassino di Pamela, la ragazza fatta a pezzi tre giorni fa.
Braccato
dai militari, si è messo sulle spalle una bandiera italiana, si è girato e ha
fatto il saluto romano, in attesa forse di onori ed ovazioni.
Secondo
testimonianze e indiscrezioni, il giustiziere folle, già candidato, senza
fortuna, per la Lega alle ultime lezioni comunali, sarebbe stato innamorato
della giovanissima ragazza uccisa che, si ipotizza, avrebbe così voluto
vendicare.
Ovviamente,
mentre tutti noi - ancora sopraffatti dall’orrore per quel brutale omicidio - condanniamo schifati anche le
gesta ignobili di questo squilibrato, oltre naturalmente i principi “ideali”
che lo avrebbero ispirato, non gli mancheranno certamente espressioni di stima,
di apprezzamento, di condivisione e forti segnali di incoraggiamento, da parte
di altri esaltati, gonfi di furore ideologico e pronti alla vendetta: “Non uno, ma 1.000000” di Traini, ha appena scritto qualcuno in un post.
Sia chiaro: nulla può
giustificare questo insensato gesto di ritorsione, di giustizia spiccia e sommaria.
Ma
la gente è esasperata - soprattutto dopo certe efferatezze - e chissà quanti sono
pronti ad emularlo, in qualsiasi altro modo e luogo, tutt’altro che pacifico, infierendo
a caso su degli innocenti.
Non
a caso, è apparso oggi su FB un raccapricciante fotomontaggio della testa
insanguinata di Laura Boldrini, sgozzata da un nigeriano inferocito, “questa è la fine che deve fare per
apprezzare le usanze dei suoi amici".
I Giovani Padani della Lega, pochi giorni
fa, hanno dato alle fiamme in piazza un fantoccio raffigurante la stessa
presidente della Camera.
Attenzione,
quindi, a non bollare con troppa facilità questa azione come quella di un pazzo
isolato. Troppi cittadini sono stanchi, stufi e impauriti per via della
scarsissima sicurezza che si vive nel Paese, perché le leggi non sono applicate
con rigore, perché consentono a chi delinque di tornare in libertà dopo poche
ore, perché le carceri son piene, perché in attesa di giudizio, perché non c’è
certezza della pena.
Non
sempre lo Stato protegge e tutela le vittime (donne, anziani e soggetti
fragili, in particolare), almeno quanto lo faccia per violenti e criminali, che
si avvalgono delle giuste garanzie di legge di un Paese democratico, ma spesso
non vengono puniti e la fanno franca.
Il
fenomeno migratorio, ad oggi sempre più intenso e poco gestibile, non lo
controlliamo, ma lo subiamo, pagandone amaramente, e in tutti i sensi,
le drammatiche conseguenze sul piano sociale, alloggiativo e
organizzativo: un’accoglienza senza
limiti e senza alcun filtro selettivo, favorita anche dal menefreghismo
internazionale, determina l’esodo storico e massiccio di gruppi, etnie e
rifugiati, composti da culture, costumi, mentalità, religioni e tradizioni
assai diverse dalle nostre e di non facile integrazione.
Anche perché molti sono vittime, non solo di guerre, fame e miseria, ma anche del nuovo schiavismo del terzo millennio, di torture, di privazioni e abusi.
Anche perché molti sono vittime, non solo di guerre, fame e miseria, ma anche del nuovo schiavismo del terzo millennio, di torture, di privazioni e abusi.
Tutto
questo, per effetto di quella parte irregolare e delinquenziale che gli
immigrati pur contengono al loro interno (spacciatori, potenziali stupratori ed
assassini), ha stravolto le abitudini, i rapporti, gli equilibri sociali e l'immagine
delle nostre città, rendendole più degradate, più pericolose, più invivibili. E,
allora, facciamoci giustizia.
Nessuno
ne può più, lo dice, lo scrive, lo dimostra, con inaudita ferocia.
La
ragione frana e l’umanità soccombe e, insieme, lasciano il campo alla rabbia,
all’ostilità, all’odio, al rifiuto, alla vendetta. Basta ascoltare battute,
parole volanti e pezzi di discorsi tutti i giorni, in strada, al bar, al
mercato o nelle piazze.
Stavolta,
c’è mancato poco, poteva veramente essere una strage ma, forse è stata solo
rimandata. Se non si trovano soluzioni, se non si danno rassicuranti segnali di
presenza istituzionale, di controllo e prevenzione, quel tiro a segno libero potrebbe diventare uno sport nazionale.
Un
ragionamento elementare, quanto diffuso e sostenuto anche da certe parti
politiche che soffiano volgarmente su quel fuoco, speculando, è che sono tutti
parassiti e nullafacenti, che prima o poi diventano delinquenti: Pamela è morta macellata per mano di uno di
questi. Se non fosse mai arrivato in Italia e se fosse stato espulso, Pamela
sarebbe ancora viva.
Come
se fossero tutti spietati emissari e fedelissimi di Boko Haram.
3
febbraio 2018 (Alfredo Laurano)
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