domenica 4 febbraio 2018

VADO A FARE UNA STRAGE E TORNO

Attenzione, attenzione, c'è un uomo armato in auto che sta sparando in città. Restate tutti in casa e nei luoghi di lavoro fino a nuova comunicazione. Abbiamo fermato il trasporto pubblico e chiesto alle scuole di tenere i bambini all'interno. Si consiglia di non muoversi per andare a prenderli fino a nuova comunicazione: questo l'appello lanciato stamattina alla cittadinanza dal sindaco di Macerata, quasi un coprifuoco da guerra civile.
Rappresaglia, tiro a caso, castigo, vendetta e punizione: un raid di stampo chiaramente razzista, una reale, quanto incredibile situazione di pericolo che si è venuta a creare per opera di un novello giustiziere, Luca Traini, incensurato, fisico atletico, capelli rasati, bloccato dai carabinieri, dopo oltre un'ora, davanti al Monumento ai Caduti.
Dopo aver dichiarato, “vado a fare una strage”, aveva seminato paura, sparando pistolettate dalla propria auto in corsa, ferendo sei persone, tutte africane, e colpendo negozi ed edifici. Ha percorso e terrorizzato le vie del centro e della stessa zona dove abitava il presunto assassino di Pamela, la ragazza fatta a pezzi tre giorni fa.
Braccato dai militari, si è messo sulle spalle una bandiera italiana, si è girato e ha fatto il saluto romano, in attesa forse di onori ed ovazioni.

Secondo testimonianze e indiscrezioni, il giustiziere folle, già candidato, senza fortuna, per la Lega alle ultime lezioni comunali, sarebbe stato innamorato della giovanissima ragazza uccisa che, si ipotizza, avrebbe così voluto vendicare.
Ovviamente, mentre tutti noi - ancora sopraffatti dall’orrore per quel brutale omicidio - condanniamo schifati anche le gesta ignobili di questo squilibrato, oltre naturalmente i principi “ideali” che lo avrebbero ispirato, non gli mancheranno certamente espressioni di stima, di apprezzamento, di condivisione e forti segnali di incoraggiamento, da parte di altri esaltati, gonfi di furore ideologico e pronti alla vendetta: “Non uno, ma 1.000000” di Trainiha appena scritto qualcuno in un post.

Sia chiaro: nulla può giustificare questo insensato gesto di ritorsione, di giustizia spiccia e sommaria.
Ma la gente è esasperata - soprattutto dopo certe efferatezze - e chissà quanti sono pronti ad emularlo, in qualsiasi altro modo e luogo, tutt’altro che pacifico, infierendo a caso su degli innocenti.
Non a caso, è apparso oggi su FB un raccapricciante fotomontaggio della testa insanguinata di Laura Boldrini, sgozzata da un nigeriano inferocito, “questa è la fine che deve fare per apprezzare le usanze dei suoi amici".
I Giovani Padani della Lega, pochi giorni fa, hanno dato alle fiamme in piazza un fantoccio raffigurante la stessa presidente della Camera.

Attenzione, quindi, a non bollare con troppa facilità questa azione come quella di un pazzo isolato. Troppi cittadini sono stanchi, stufi e impauriti per via della scarsissima sicurezza che si vive nel Paese, perché le leggi non sono applicate con rigore, perché consentono a chi delinque di tornare in libertà dopo poche ore, perché le carceri son piene, perché in attesa di giudizio, perché non c’è certezza della pena.
Non sempre lo Stato protegge e tutela le vittime (donne, anziani e soggetti fragili, in particolare), almeno quanto lo faccia per violenti e criminali, che si avvalgono delle giuste garanzie di legge di un Paese democratico, ma spesso non vengono puniti e la fanno franca.

Il fenomeno migratorio, ad oggi sempre più intenso e poco gestibile, non lo controlliamo, ma lo subiamo, pagandone amaramente, e in tutti i sensi, le drammatiche conseguenze sul piano sociale, alloggiativo e organizzativo:  un’accoglienza senza limiti e senza alcun filtro selettivo, favorita anche dal menefreghismo internazionale, determina l’esodo storico e massiccio di gruppi, etnie e rifugiati, composti da culture, costumi, mentalità, religioni e tradizioni assai diverse dalle nostre e di non facile integrazione. 
Anche perché molti sono vittime, non solo di guerre, fame e miseria, ma anche del nuovo schiavismo del terzo millennio, di torture, di privazioni e abusi.
Tutto questo, per effetto di quella parte irregolare e delinquenziale che gli immigrati pur contengono al loro interno (spacciatori, potenziali stupratori ed assassini), ha stravolto le abitudini, i rapporti, gli equilibri sociali e l'immagine delle nostre città, rendendole più degradate, più pericolose, più invivibili. E, allora, facciamoci giustizia.

Nessuno ne può più, lo dice, lo scrive, lo dimostra, con inaudita ferocia.
La ragione frana e l’umanità soccombe e, insieme, lasciano il campo alla rabbia, all’ostilità, all’odio, al rifiuto, alla vendetta. Basta ascoltare battute, parole volanti e pezzi di discorsi tutti i giorni, in strada, al bar, al mercato o nelle piazze.
Stavolta, c’è mancato poco, poteva veramente essere una strage ma, forse è stata solo rimandata. Se non si trovano soluzioni, se non si danno rassicuranti segnali di presenza istituzionale, di controllo e prevenzione, quel tiro a segno libero potrebbe diventare uno sport nazionale.

Un ragionamento elementare, quanto diffuso e sostenuto anche da certe parti politiche che soffiano volgarmente su quel fuoco, speculando, è che sono tutti parassiti e nullafacenti, che prima o poi diventano delinquenti: Pamela è morta macellata per mano di uno di questi. Se non fosse mai arrivato in Italia e se fosse stato espulso, Pamela sarebbe ancora viva.
Come se fossero tutti spietati emissari e fedelissimi di Boko Haram.
3 febbraio 2018 (Alfredo Laurano)



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