domenica 25 febbraio 2018

IL ROSARIO DI MARCO


Mancano solo sessanta giorni alla sentenza Vannini.
Ne mancano cinquantanove…cinquantotto…siamo a meno cinquantasette…
Come in un’antica, esasperante litania, recitata tutti i dì, contando fra le dita i grani di un rosario laico, che, in teoria, scandisce la speranza di giustizia.
Una profana preghiera, una terapia cronica o un’ambigua medicina, caro amico Marco De Rubeis, che non mi sento di condividere, nei modi e nel principio, perché non esprime solo una legittima attesa, non è il persistente countdown della speranza, come traspare dalle tue pur lodevoli intenzioni, dalla tua assoluta buona fede e onestà intellettuale, di cui non è lecito dubitare.
Perché segna, evoca e soddisfa un rito fortemente ansiogeno e giustizialista, che esalta le tante sedimentate particelle d’odio latente in una comunità ferita, a stento e con difficoltà sopite, che riemergono alla prima occasione, che riecheggiano ad ogni spunto di cronaca o di richiamo TV.
Un conto alla rovescia, incessante e reiterato, che non fa bene a nessuno, anzi sovraccarica di significati estranei all’idea di giustizia, avvicinandoli a quelli di vendetta, senza aggiungere valori e qualità al conto della coscienza collettiva e di ciascuno.
L’attesa di una sentenza giusta non può e non deve essere un’eccezione, una possibilità eventuale o una speranza, né una battaglia condotta in nome del rancore e del disprezzo o di un sommario credo popolare, ma la normale espressione del diritto e della civiltà.
 (Alfredo Laurano)





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