mercoledì 5 ottobre 2016

UNA STRAGE CONTINUA

Tre anni fa, ma non è cambiato niente, anzi....

Si consumano, ormai quasi quotidianamente, le tragedie dei migranti. Tragedie senza fine che vanno in onda nel cimitero mediterraneo.
Ma non hanno audience, non trovano molto interesse e lasciano piuttosto indifferenti. Cioè, non fanno più notizia, rientrano nella normalità, nella routine quotidiana.
Sono come una fiction di Raiuno, una soap opera che si guarda, distrattamente, mentre si mangia e si chiacchiera.
Sono come le notizie “meteo”: gli si dà un’occhiata, solo per sapere se bisogna uscire con l’ombrello o se fa freddo.
Quei poveracci, quei disperati, però, muoiono davvero, insieme alle loro donne incinte ed ai bambini.
Dopo mesi di viaggio, di disagio, di privazioni e di rinunce per raggiungere la Libia o altri porti utili, si imbarcano su carrette appena galleggianti, senza cibo, senza coperte e senza soldi e con il solo desiderio di arrivare. 
Ma, molti non ce la fanno, restano sepolti in quel mare assassino. 
Assassino quanto quei luridi scafisti che lucrano sulle loro speranze e li gettano in mare al primo ostacolo, pur di poter scappare per non essere arrestati.

E in quelle acque, a pochi metri dalla riva, per molti e per troppi si infrangono e finiscono i sogni, le illusioni e il miraggio di una nuova vita, senza fame, senza miseria, senza guerra. 
Un legittimo desiderio di normalità, una naturale aspettativa cui ogni cittadino del mondo ha, o avrebbe, il diritto di guardare con fiducia.

Un ‘altro barcone carico di migranti ha preso fuoco ed è naufragato oggi a Lampedusa. 
Il bilancio è per ora di 82 vittime e 250 dispersi, ma aumenta di ora in ora. Probabilmente il naufragio è stato causato da un incendio a bordo, in seguito a un corto circuito.
Angosciati i pescatori soccorritori sui quattro pescherecci che stanno recuperando i corpi: "Ci sono tantissimi morti, è' un orrore!” Molti piangono e si ripetono scene di sconforto: "Ci sono corpi che galleggiano ovunque", ha raccontato uno di loro, tra le lacrime, alle agenzie di stampa.

Ancora una strage, la più grande fino ad oggi, un disastro della disperazione, a soli tre giorni da quello di Ragusa e in attesa del prossimo, sicuramente assai vicino.
Ma nulla cambia, nulla si muove, nulla si previene.
In fondo, è gente che non conta, che non ha valore. Sono solo e tutti “briganti clandestini”!
Perché farli arrivare? Ci rubano il lavoro e l’assistenza! Ci stuprano le donne!
Per molti, sono poco più che animali, che non possono, però, nemmeno essere esposti e commercializzati nelle gabbie o alla fiera del patrono.
E nemmeno esser venduti nei mercati, come un tempo.
Spariamogli, prima che affoghino!
3 ottobre 2013 (Alfredo Laurano)

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