sabato 22 ottobre 2016

NEI SALOTTI DELL’INVIDIA /936

La mia stimata amica Giulia Bettini, appassionata ed entusiasta fan di Andrea Camilleri, avrebbe voluto esprimere civilmente il suo punto di vista, quando ha scoperto il volgare attacco di tale Fulvio Abbate – sedicente intellettuale e opinionista fai date – al maestro siciliano.
Un attacco livoroso, pesante e ingiustificato, anche se legittimo, che ha visto così definire il grande autore di Montalbano, ma non solo: “ma quale grande scrittore, Camilleri è solo uno Sciascia decaffeinato. Descrive una Sicilia ridotta a macchietta, il suo dialetto è da pro-loco, da ente nazionale per il turismo e il suo successo è solo figlio di una bella produzione commerciale. Perfino la mafia nei suoi libri diventa un souvenir, come il carrettino o la coppola o il grembiule con l’effigie di Brando nei panni del Padrino. Souvenir de Sicile”.

È un personaggio così, tale Fulvio Abbate, un provocatore e un edonista che qualche buontempone ha definito sacerdote laico della fantasia.
Scrittore e critico d’arte, sempre sprezzante, volgare quanto basta e polemista a prescindere, si fa chiamare marchese e si definisce situazionista, patafisico e anticonformista.
Tra i tanti attacchi e veleni che spara contro tutti, per rimediare qualche invito in trasmissioni TV o in qualche rissa da talk, è quello che disse anche che i film di Nanni Moretti “non ci hanno mai dato lo spunto nemmeno per una sega” e che Dario Fo “era un divino trombone. E' stato tutto: repubblichino, comunista, premio Nobel e peppecrillaro, non si poteva non volergli bene”.

A Giulia è andata peggio.
E’ stata etichettata, da lui e dai suoi seguaci, come "groupie", "turista della letteratura", "integralista del bestseller", ruffiana di Camilleri", "scervellata totale", "aderente alla cupola dei mammasantissima", "comare troll-fascista di Camilleri" e amenità di questo genere.
Alle sue ironiche e sacrosante repliche, la dose di insulti si è fatta più massiccia e offensiva: "andatevi a leccare vicendevolmente la fica tra di voi, da un'altra parte, magari sotto casa del Maestro. Qui non è mondo che fa per voi." (cit.Abate), "chiedo venia e vado a sciacquarmi le palle in Arno......" , "Questi stanno messi peggio di chi posta i gattini o Padre Pio sulla propria pagina FB." (cit.Abbate),"Vada a fare in culo, idiota." (cit.Abate), " Il corpo di polizia municipale di Camilleri è venuto a cacare il cazzo pure qui, manco fosse la squadra buon costume" (cit.Abate)...e via di questo passo.

E tutto questo solo perchè Giulia ama leggere Andrea Camilleri.
Grande e determinatissima Giulia, hai tutta la mia solidarietà nella tua battaglia contro la supponenza e l’arroganza.
Contro questo pallone gonfiato che pensa di essere importante e dirimente per l’umanità, ma è solo un poveretto scribacchino imbrattacarte, corroso dall’invidia.
Un presuntuoso fac-simile di intellettuale che si auto colloca nella sponda di una vaga Sinistra anarchica e non organica, per opportunismo di mestiere e di facciata, e che quel paravento usa per provocare, per essere notato, citato, o per avere qualche titoletto sul web o sulla stampa, per apparire libero da qualsivoglia condizionamento.
Che si permette di sentenziare, dall'alto del suo nulla cosmico: " I libri di Camilleri sono una cagata pazzesca"; "Andrea Camilleri è una caricatura letteraria"; "narratore di genere dalla lingua risibile, puro cabaret letterario”; "Camilleri è come Al Bano"...
Difficile restare indifferenti di fronte a tutto questo!
Ma, se Camilleri è una caricatura letteraria, lui, si, proprio lui - opinionista informale, trasandato e stravagante nell’abbigliamento e nel proporsi, ma anche nella testa - è una malriuscita caricatura di intellettuale che si è auto-costruito a tavolino e davanti allo specchio deformante.
21 ottobre 2016 (Alfredo Laurano)


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