venerdì 28 ottobre 2016

COME ALL’IKEA /938

Carissime Giulia, Viola e Giuseppina, ho avuto modo di leggere il lungo scambio che avete strenuamente sostenuto con quella banda di quattro straccioni di intellettuali da discount, dozzinali e mal riusciti, che, agli ordini del “Ebbete Marchese”, hanno cercato, inutilmente, di deridervi, umiliarvi e affondarvi, dall’alto della loro protervia e supponenza. Ma non ci sono riusciti quei miserabili accattoni a saldo e al soldo culturale del santone patafisico!
Voi siete state gagliarde, puntuali, determinate, eccezionali e gliene avete cantate di ogni tipo e colore. Tutta la mia stima.
Resto, tuttavia, sempre più sorpreso dal tanto livore e dall’arroganza che quella banda di semi falliti culturali riesce ad esprimere con tanta tracotanza contro tutti, contro tanti artisti e intellettuali veri - che non hanno il marchio della presunzione - e contro tre intelligenti donne che avrebbero senz’altro preferito occuparsi delle loro letture camilleriane e dei loro affari personali.
Mal gliene incolse, comunque, a quegli Ebbetini montati che ruotano intorno al loro più montato Guru, come  tanti adoratori acefali di sette pseudo religiose, soggiogati e sottomessi, che perseguono forme di indottrinamento integralista, falsamente laico. Montati perché sembrano pre-costruiti in scatole di assemblaggio, come i mobili di Ikea. Ma non hanno tutte le viti, le staffe ed i bulloni a posto e, quindi, oscillano, sono privi di equilibrio e non stanno in piedi.

Sono dei poveracci che non conoscono il dialogo, il rispetto, il diritto di ciascuno di scegliere e di avere un’opinione.
Sono dei fac simile di aspiranti giudici da due soldi, capaci solo di indossare la toga del pregiudizio culturale, di sparare offese e insulti nel mucchio, di accusare, sentenziare e condannare.

Ma Voi, partigiane della ragione e del buon senso, li avete incalzati, distrutti e  rovinati. Brave!
26 ottobre 2016 (Alfredo Laurano)


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