mercoledì 2 marzo 2016

ADOZIONI

E meno male che i diritti di tutti i bambini dovevano essere salvaguardati, innanzitutto…! L’hanno detto e ripetuto tutti in questi giorni.
Ma, alla faccia delle più candide dichiarazioni di circostanza e di facciata, era inevitabile e prevedibile, anzi scontato, che la nascita in California di Tobia Antonio, figlio surrogato di Nichi Vendola, scatenasse tutto il peggio del Web e del ruspante gotha dell’omofobia.
Perché Vendola è gay, perché comunista, perché è benestante e se l’è potuto permettere, perché questa è la sua lotta di classe, perché per molti l’omosessualità è ancora una malattia mentale.
Fino all’apice del consigliere leghista che ha dichiarato che dovrebbe essere arrestato per commercio di minori!

Io ho già più volte espresso il mio pensiero e mi son trovato a discuterne con amici che la pensano diversamente, come è giusto che sia.
Non si tratta di tifare per una squadra, per una fede o un partito: qui sono in ballo i diritti, le scelte e i sentimenti delle persone, etero, gay e, soprattutto, bambini che non hanno voce e non possono schierarsi.
Al di là dei volgari strilli omofobi, delle posizioni più intransigenti degli integralisti e dei preconcetti etico-culturali di ciascuno, è più che legittimo non condividere le scelte di maternità surrogata, ricorrendo all’utero in affitto.
Quelle pratiche rendono una donna oggetto di mercimonio: pensare che si possa costruire, comprare o vendere un bambino, considerando la maternità o la paternità un diritto da soddisfare pagando, sembra inconcepibile.
E’ un assurdo etico e logico, una forma di sfruttamento della donna povera da parte di donne ricche, perché le donne che si prestano a "surrogare" lo fanno per guadagnare (si parla di 130-150mila euro), per scelta, per lavoro: potremmo forse definirla come forma più nobile, più elevata e più totale del più vecchio mestiere del mondo. .
Fermo restando, comunque, che portare in grembo, partorire un bambino e poi abbandonarlo è sicuramente un trauma per la madre, prima, e per il bambino, poi. E' per questo che la maternità surrogata è una forma di crudeltà.

Ma cosa c'entra l’offesa, la condanna, la derisione, la lotta di classe con una scelta, un desiderio di paternità che nasce dalla sensibilità e dal mondo affettivo di ciascuno? Chi siamo noi per giudicare le intenzioni e le decisioni più o meno egoistiche degli altri?
Non si può sempre e soltanto strumentalizzare tutto, anche un sentimento o una volontà, che si può non condividere, come nel mio caso, ma rispettare senza fare della stupida ironia.

Tuttavia, potevano Vendola e il suo compagno adottare un bambino?
Con l'attuale legge, certamente no. Anche se, per un bimbo sarebbe meglio stare con loro piuttosto che in un orfanotrofio bielorusso o nell’Africa Subsahariana, sia dal punto di vista materiale, che del calore umano.
Per chi ha davvero voglia di genitorialità, l’istituto dell’adozione - completamente da riformare e semplificare al massimo - rimane l'opzione più naturale, perché la natura non va "forzata" con la tecnologia.
1 marzo 2016 (Alfredo Laurano)

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