mercoledì 7 gennaio 2015

UNO SPETTRO SI AGGIRA...

“Uno spettro si aggira per l'Europa: tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro” ….

Il nuovo spettro del ventunesimo secolo è la Syriza greca di Tsipras, in testa ai sondaggi per le elezioni generali del prossimo 25 gennaio, che promette di cancellare parte dell'austerity concordata con la Troika.


I tempi sono cambiati da quel Manifesto del 1848 di Marx ed Engels, ma le lotte sono sempre di classe, anche se oggi meno delineate, più sfumate ed annacquate, più numerose e, spesso, più complesse e sovrapposte. Più enunciate che praticate.
Esiste sempre il rischio dello scontro frontale ma, forse, più virtuale che reale, per effetto delle nuove tecnologie. Anche perché lo stesso quadro di riferimento politico è di per se più vago e rarefatto.
Il conflitto resta, comunque, legato alla distribuzione del reddito e al tipo di lavoro, alla giustizia sociale, ai diritti e alle garanzie, allo sfruttamento e alla disoccupazione.
All’origine delle troppe disuguaglianze, vi sono sempre l’ambiente e la provenienza, l’accesso alle risorse, all’istruzione, ai vari tipi di “aiutini”, alle dinastie familiari, al possesso di beni e patrimoni.
La società attuale non ha superato le contrapposizioni di classe, ma ne ha prodotto nuove e camuffate forme.
Trattato di Roma 25.3.1957
In Europa oggi conta solo la finanza e comanda la Germania.
Non è un’unione di popoli e di stati, ma di economie, banche e imprese sostenute da chi è più forte. Dei diritti delle persone e delle condizioni di vita non gliene frega niente a questo asettico regno dell’euro, che predica la religione del mercato e del profitto e che pretende di decidere chi deve vincere e governare nelle singole nazioni, purché osservi il voto di obbedienza a regole e parametri imposti dall’Unione.
La Grecia, ma anche Italia, Irlanda, Spagna e Portogallo ne sanno qualcosa.

E’ in atto un’ingerenza intollerabile dei tedeschi e di gran parte della stampa di potere contro la politica greca.
Da qualche settimana, è iniziato, infatti, un feroce martellamento mediatico da parte di Borsa, Finanza e Troika per terrorizzare i cittadini greci e per indurli a non votare il sovversivo Tsipras, facendo falsamente credere che questi voglia uscire dall’euro e provocare il disastro totale del Paese.

Tsipras fa paura all'Europa delle banche e dei banchieri e fa tremare borse e potentati perché dice quello che pensa e promette investimenti e benessere per il popolo da tempo esasperato: innalzamento dei salari minimi e delle pensioni più basse, un piano di investimenti pubblici, la fine delle politiche di austerità, con l’abrogazione del fiscal compact, un piano europeo per il lavoro e la richiesta di ristrutturazione del debito pubblico, che riguarda anche la maggior parte dei paesi europei. La sua restituzione avverrà, sostiene Syriza, solo quando l'economia ellenica tornerà a crescere.
Quindi, restare in Europa per cambiare l’Europa.
I greci sono stanchi di sopravvivere fra austerità e povertà, di vendersi mobili e automobili per mangiare, della cancellazione dello stato sociale, come lo sono in molti altri paesi della Comunità. A Bruxelles fanno finta di non capire e non si accorgono che la pazienza della gente ha un limite.
Non si può vivere di solo liberismo, di economia di mercato, di speculazioni commerciali.
Occorre un nuovo corso di prosperità culturale, sociale, politica ed economica che può iniziare solo democraticamente, altrimenti siamo destinati al peggio.
Se non si stabilisce un principio di solidarietà tra i membri comunitari, è meglio sciogliere la compagnia dei prepotenti e andare ognuno coerentemente per la sua strada.

L’eventuale vittoria di Syriza in Grecia può essere l'inizio per rifondare l'Europa sui valori   e dimostrare che ci si può ribellare ai diktat della Troika e battere le politiche neoliberiste.

Potrebbe regalarci un nuovo scenario ed aprire, anche da noi - nonostante Renzi e Berlusconi - una nuova fase per la costruzione di una forte e vera Sinistra in Italia.
Nuovi proletari di tutt’Europa unitevi!

6 gennaio 2015    (Alfredo Laurano)             

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