domenica 25 gennaio 2015

BASTEREBBE UN VICOLO


E' triste dover celebrare l'onestà, dedicarle una notte e, magari, una ricorrenza, una festa nazionale, come si fa per il lavoro, la shoah, le donne, la mamma e San. Valentino.
Come se fosse un'eccezione, una virtù rara e preziosa da ricercare, inseguire e premiare e non qualcosa di normale e scontato, come dovrebbe essere per tutti, nella quotidianità.
E' come se sui giornali titolassimo:


"Assegnato l'appalto senza nemmeno una tangente" 

"Incredibile, ma vero: funzionario rifiuta la bustarella, dove andremo a finire!"
"Scoperto un politico che non ha rubato ancora niente!"
"Gli scienziati in convegno: dopo l'aviaria e la peste suina, c'è il rischio che si diffonda anche il virus dell'onestà, come difendersi?"
"C'è qualcuno che ancora predica l'onestà, intervenga la magistratura, altrimenti la gente scende in piazza, contro il nuovo terrorismo".


Festeggiare la notte dell'onestà, è come commemorare l'aria, la bontà, il rispetto, l'educazione, anche se ne capisco e ne condivido il senso ed il valore, nella dilagante epidemia di corruzione e malaffare.
Quella piazza piena mi rallegra, ma mi accontenterei di un vicolo.

25 gennaio 2015 (Alfredo Laurano)

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