domenica 18 gennaio 2015

GRETA E VANESSA: DOVEVANO LASCIARLE LA'....

Non per insistere sul dirimente argomento delle due giovani volontarie, Greta e Vanessa, appena liberate, ma continuo a leggere un mare di minchiate, cattiverie e falsità.
La solita valanga di insulti e di commenti volgari e deliranti che vengono dalla parte più gretta dell'Italia, quella più repressa e intollerante, le ricopre senza tregua. 
Come se si trattasse di calcio e di pallone, di pippe e di campioni milionari. Non di qualcuno che, a vent’anni e forse molto ingenuamente, voleva impegnarsi e dare aiuto, senza gloria e senza lucro. 
I loro inflessibili fustigatori, dall’ambigua morale e dalle granitiche certezze, sono sempre quelli che, già in altre occasioni, definivo cecchini del web. 
E sparano sentenze.
Straparlano e condannano, anche quelli che hanno rubato soldi pubblici, spumanti, vacanze e mutande verdi, che hanno sistemato mogli, amici e amanti in posti comodi e sicuri, pagati dallo Stato, che sfruttano privilegi e vitalizi, che sperperano denaro pubblico in feste viaggi e cotillon, che, senza fiatare, accettano scorte infinite e spese inutili di rappresentanza (voli aerei, autoblu, Quirinale...).

"Ragazzine viziate", "se la sono cercata", "che ci vanno a fare in Siria? ", “le stronzette di Damasco”, "spendiamo 12 milioni di tasca nostra! “…
Quanta meschinità! Quanto rancore! Quanto inutile veleno!
Le parole del commentatore medio, come dice Saviano, sono una scarica incontenibile di frustrazione, la frustrazione di chi non è in grado di muovere un passo, di chi è fermo al palo, di chi non riesce a immaginare una vita diversa e se la prende con chi decide di mettere la propria a disposizione di un ideale.
Un Paese che non riesce a mostrare solidarietà verso due ragazze sequestrate rischia di essere un Paese fallito, che fa vincere il livore, la rabbia, l'idiozia.
Ah, dimenticavo: e allora i marò? e i nostri ragazzi? E allora le foibe?

17.1.2015                (Alfredo Laurano)


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