giovedì 22 gennaio 2015

DOMENICA, SIRTAKI

 Ci siamo. Fra tre giorni, la culla della civiltà europea - che da alcuni anni vive la feroce crisi dell’euro, anzi ne è forse il drammatico epicentro, è di nuovo arbitro dei destini del vecchio continente.
In Grecia, la situazione è drammatica e la popolazione è allo stremo.
Disoccupazione di massa, salari bassi e pensioni tagliate, aumentata la tassazione, non c’è lavoro nei cantieri e nell’edilizia. Non esiste quasi sanità pubblica e stato sociale: migliaia di persone che hanno perso il lavoro non vi hanno più accesso e sono costrette a rivolgersi a strutture e ambulatori di volontari che visitano tutti e distribuiscono farmaci gratuiti.
I mercati sono quasi vuoti, si compra poco cibo per risparmiare, moltissimi bambini sono malnutriti. Case e scuola sono un problema. Tantissimi prelevano ai bancomat, per paura, i pochi soldi rimasti.

Le misure di austerity imposte dalla Troika (UE, BCE, FMI), hanno messo da tempo in ginocchio l'economia greca, provocando l'aumento della povertà, a livelli senza precedenti, e il caos politico e sociale, con rivolte di piazza.
I greci hanno perso il sorriso, la gioia di vivere e di danzare il sirtaki.

E ora sperano in Syriza, il partito di sinistra radicale, guidato da Alexis Tsipras, che propone un programma di riforme e misure drastiche di riduzione e rinegoziazione del debito pubblico greco, con la fine delle misure di austerity imposte dall'Europa.
E’ il vento del possibile cambiamento, che fa paura ai mercati e agli euro-criminali, come dice Ferrero di RC: “vogliono uccidere nella culla il governo di Syriza per continuare a strozzare i popoli”.
Mettiamoci in linea o in cerchio, con le mani sulle spalle del vicino, e prepariamoci, magari insieme agli spagnoli di Podemos, a ballare il Sirtaki con il nuovo Zorba il Greco, per far nascere l’Europa dei diritti e delle persone, non solo delle banche, dei ricatti e dei mercati.
Forza Zorba, forza Tsipras!
22 gennaio 2013      (Alfredo Laurano)


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