lunedì 28 dicembre 2020

VISCIDUME /2183

Perché tutte le sere, e da circa 40 anni, dobbiamo essere imboniti dalle faziosità para-fasciste che ci racconta e lascia raccontare ai suoi ospiti interessati l'ipocrita Bruno Vespa a Porta a Porta, e da qualche mese tutte le mattine anche sulle altre reti RAI e Mediaset? Dove, oltre a ciò, ci parla con empatia delle presunte qualità socio-politiche del fascismo come quelle che avrebbe costituito l'Inps, l'Inail, le ferie e le 48 ore di lavoro settimanali, senza mai accennare a quelle vere che i suoi criminali squadristi compivano ai danni degli inermi oppositori e anche delle meravigliose prestazioni eroico-sessuali di Benito Mussolini che tutte le mattine consumava con almeno 4 giovanissime meretrici fasciste, passandosele una dopo l'altra sul proprio letto, prima di recarsi ad accontentare anche le voglie sessuali delle sue dalle numerose amanti borghesi?

Se lo chiede il sito Gente per Bene e la maggioranza dei cittadini utenti della magica Televisione.

Nonostante il Covid, con il suo report quotidiano di numeri impressionanti, in questi giorni, puntuale come una cambiale, come la scadenza dell’Imu o del bollo della macchina, arriva nelle librerie italiane l’ultima fatica letteraria di Bruno Vespa.

È un rito che si ripete, ormai da sempre, anno dopo anno, atteso con la stessa ansia dei fedeli che accompagna, quasi in sincrono, la liquefazione del sangue di San Gennaro o il calendario di Frate Indovino o il sussidiario di oroscopi, previsioni e cazzate varie di Paolo Fox e altri suoi simil-idioti.

E San Bruno d’Aquila, con la sua coltivazione intensiva di nei e la sua lingua a spatola, va dappertutto a smarchettare il suo bel libretto di fine anno: nei talk, nelle trasmissioni di gossip e di intrattenimento, invitato da colleghi servili e amici compiacenti, che lanciano spot camuffati da notizia letteraria o interviste noiose e disarmanti, senza pagare un obolo di pubblicità, grazie ai suoi tanti santi in paradiso.

È onnipresente. Accendi la TV e lo trovi da Fazio o alla cucina della Clerici, a Domenica in o dalla D’Urso su Canale Cinque, a La Sette dalla Gruber o in libreria e alla Camera di Commercio, tra devoti e affezionati sponsor, o nei TG di ogni razza, orario e conduzione. Manca solo nelle farmacie notturne o in qualche mercato di quartiere e nel pollaio anomalo e ripugnante del Grande Fratello.

Un’invasione dilagante nelle case di tutti gli italiani, una magistrale operazione di marketing, secondo una liturgia granitica che scandisce l’eterno scorrere del tempo.

Subito dopo l’uscita del libro del ruffiano Vespa, arriva, casualmente, il santo Natale e, sempre casualmente, qualcuno corre il rischio di trovarsi il santo volumetto, impacchettato sotto l’albero.

Perché dopo il gelo viene la primavera. È un ciclo che asseconda la natura. Una tradizione che non può mancare accanto al torrone e al panettone.

15 dicembre 2020 (Alfredo Laurano)

 

 

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