martedì 1 dicembre 2020

QUANTA SPOCCHIA, GRUBER!

Più che un’intervista, è stata una volgare provocazione. Ingiustificata e di bassa lega. 
Ieri sera, a Otto e Mezzo, l’insopportabile canterina Lilly Gruber - quella che, quando fa domande (che, più che articolate, sono quasi un prolisso e fastidioso editoriale), intona un armonico jodel tirolese - si è superata, per faziosità, arroganza e malafede, nel fallito tentativo di mettere in difficoltà il premier Giuseppe Conte, che, in verità, l’ha ignorata, smascherata ed elegantemente contraddetta. 
Incalzante, maleducata e supponente, lo interrompeva e non lo faceva mai finire di parlare. 

Le sue allusioni, a volte ironiche, a volte provocatorie, e le sue basse insinuazioni su Trump, sui rapporti con i Cinque Stelle e sul solito “ovunquemente” invocato Draghi - adeguatamente respinte al mittente da un imperturbabile Giuseppi - non hanno raggiunto lo scopo, nonostante gli ipocriti sorrisini e ammiccamenti vari del tendenzioso Sallusti, che le reggeva il gioco, facendole da spalla. Anzi, l’aplomb di un disinvolto e sicuro Conte che, senza scomporsi, ha risposto rivendicando la fiducia nei suoi economisti di governo, ha raggelato la sfacciata intervistatrice, di tre quarti e gamba accavallata. 
Ma non sempre la postura basta a non essere ridicoli e sgradevoli. 
24 novembre 2020 (Alfredo Laurano) 

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