lunedì 28 dicembre 2020

IL V-DAY/2178

Ieri, 8 dicembre, per il Regno Unito è stato il "V-Day", ossia il Vaccine-Day, metafora bellica e patriottica immancabile, il giorno storico in cui si è iniziato a somministrare il vaccino anti Covid al pubblico, dopo le tante polemiche e critiche degli ultimi giorni per quella che, per alcuni, è stata una approvazione da parte delle autorità britanniche "frettolosa".

La prima vaccinata è stata Margaret Keenan, una nonnina di 90 anni, è la prima paziente. Il secondo in lista è William Shakespeare, un omonimo del Bardo. Secondo certi rumours, sarebbe pronta una vaccinazione anche per la Regina Elisabetta e il suo marito Filippo, rispettivamente 94 e 99 anni,

"È un giorno straordinario nella lotta contro il Coronavirus, grazie agli scienziati, a medici e infermieri e a tutti i volontari. Ora possiamo davvero sperare in un futuro migliore", ha dichiarato il premier Boris Johnson, "Ma non è finita: nel frattempo, per tutto l'inverno, non possiamo abbassare la guardia, nonostante l'arrivo del vaccino. Perché questo virus è sempre tra noi, e lo sarà per molto altro tempo”.

Anche il nostro microbiologo Andrea Crisanti la pensa così, anzi, aggiunge: “la terza ondata in queste condizioni è una certezza. Siamo in una situazione grave stabile, ci attende un inverno preoccupante. Prima che il vaccino abbia effetto passeranno mesi, l'Italia alla fine della prossima settimana sarà il Paese con più morti in Europa, non è qualcosa di cui essere orgogliosi.

Secondo Crisanti, le cause della situazione in cui ci troviamo oggi vanno ricercate nell'eccessivo lassismo dei mesi scorsi. Con la riapertura delle scuole e delle attività produttive, abbiamo offerto una grande occasione al virus e i contagi sono esplosi. Dopo l'estate avevamo in mano una situazione gestibile e ce la siamo lasciati sfuggire. I casi residui potevano essere gestiti. Natale, con scuole chiuse e fabbriche a ritmo ridotto, va sfruttato per ridurre i contagi". 

9 dicembre 2020 (Alfredo Laurano)

 

 

 

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