lunedì 28 settembre 2020

“METTETEVI LA MASCHERINA”, MA TRE GIOVANI DEVASTANO IL PUB

Oggi, a Paliano, i funerali del povero Willy, massacrato sabato notte a Colleferro da una banda di infami e di balordi.
Ma, nonostante il clamore mediatico, lo shock della popolazione inorridita, il dolore di tanti per una vita stroncata nel fiore della giovinezza, la violenza non si ferma, non ha fine.
Una spirale infinita che non si può arrestare, perché insita nell’uomo e in natura; perché legata a bisogni atavici e primitivi, a leggi, regole e concetti complicati, come l’egoismo, la malvagità, la supremazia, il mantenimento della specie, la lotta per la sopravvivenza: homo homini lupus, secondo Plauto, secondo Hobbes, è sempre più di spregevole attualità.
È innegabile che qualsiasi forma di ferocia e di violenza inaudita, nella attuale civiltà - sempre più tecnologica e futuristica, ma sempre più superficiale, approssimativa e carente di umanità - sia legata sempre a ignoranza, a imbecillità, a intolleranza, a discriminazione, a miseria culturale, a insufficienza o negazione di pietas e razionalità. I concetti di etica e morale hanno da tempo abdicato a favore dell’istinto più bestiale. Anche perché si è fatto di tutto, per volere del Mercato, del profitto e dell’appagante pragmatismo, per cancellare ideologie e valori positivi e fondanti.
E infatti, puntualmente, pochi giorni dopo la tragedia di Colleferro, circa 200 persone hanno assistito terrorizzate al raid di tre sconosciuti nei confronti dei titolari del pub Tuxedo di Piacenza.
L’inferno si è scatenato mercoledì sera, attorno alla mezzanotte.
Si era appena concluso un affollato concerto jazz, quando l’atmosfera pacata di una apprezzata serata di musica è stata squarciata da un vero e proprio assalto da film western.
Tutto era iniziato qualche minuto prima: ai tre che avevano chiesto da bere lo staff aveva risposto che prima avrebbero dovuto indossare la mascherina anti-contagio e trovare un posto a sedere, come previsto dalle norme contro il Coronavirus. Il gruppetto di bulli ha alzato la voce e protestato, andandosene e strappando in faccia alla titolare il denaro che si erano fatti restituire.
Tutto sembrava risolto, ma poco dopo i tre sono tornati e hanno sfogato tutta la loro furia: persone spintonate e colpite da sgabelli che volavano, panche scagliate contro le vetrate, lavagne del menu sfasciate sulla testa di malcapitati clienti. Il tutto condito con minacce e frasi oltraggiose.
Il bilancio è pesante: trauma cranico con cinque punti di sutura per il 61enne titolare che era stato protagonista di una strenua lotta contro il Covid nei giorni più pesanti della pandemia; un dito rotto e da operare per il figlio; un ginocchio con frattura scomposta della rotula e lieve trauma cranico per uno dei due clienti travolti dalla furia del raid, traumi vari per un altro.
Resta una magra consolazione, che nulla toglie però al significato della vile aggressione: almeno, stavolta, non c’è scappato il morto.
Forse perché sembrava una sequenza cinematografica, in positivo, del compianto Bud Spencer.
Ma i delinquenti erano veri.
12 settembre 2020 (Alfredo Laurano)

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