lunedì 7 ottobre 2019

STORIE DI LUSSO, DI ECCESSI, DI SFARZO E MAGNIFICENZA/1874

C’è chi patisce nelle vie della miseria e s’industria per arrivare a fine mese o per poter mangiare, almeno una volta al giorno, magari alla Caritas, e c’è chi racconta, con un pizzico di ironia e superbia, con tanta disinvoltura e faccia tosta, le proprie scelte di piacere e di ricchezza, vergognosamente ostentata.
Articoli di stampa, inchieste e servizi TV, siti e pagine del Web ci regalano, assai spesso, non comuni e altamente educative pagine sul lusso più sfrenato. In tutti campi: cura del corpo, cibo stellato, moda, grandi hotel, orologi griffati, yacht, ville, viaggi, capricci e chirurgia estetica, che blocca l’invecchiamento fisico. Ma non quello del cervello e dei suoi democratici neuroni.
Anche nella campagna toscana, è tempo di vendemmia e scopriamo che, chi può, nel vino ci si immerge. Come faceva Cleopatra, alternandolo al latte d’asina.
In una elegante vasca, vengono versate almeno una ventina di pregiate bottiglie, forse di Brunello, al prezzo non inferiore ai 30/40 euro l’una. La fortunata bagnante, ricca di suo o, più spesso, mantenuta, si lascia avvolgere da quel nettare profumato, altrettanto ricco di polifenoli ed antociani, antiossidanti naturali che proteggono le sue preziose cellule dai danni causati dai radicali liberi. 
In quella sorta di esaltante marinatura, come fosse un coscio di chianina, la sua pregiata pelle si rinnova e rimanda l’incontro con il chirurgo estetico, col botox e le punturine. Seguono speciali massaggi rigeneranti al chiaro di luna.

Natura non solo sul corpo, ma anche nel piatto.
A Milano, quelli che contano, mangiano Vegano: semi, crisantemi, petali di rosa e un po’ di fumo finto - azoto liquido usato dalla cucina molecolare, un’idea decisamente inutile, al solo scopo di stupire - all’interno della magica composizione gastronomica, conducono alla “porta del paradiso” (nome aulico del piatto stellato), da 35 euro in su. Un grande chef ne spiega il banalissimo procedimento.
Vi sono anche, come sfizio, i minuscoli bignè vegani da 15 euro l’uno. 
Qualche famiglia, con quella cifra, ci mangia in quattro, tre volte al giorno.

Tornando ai segreti di bellezza, a pochi chilometri dalla capitale, c’è chi al vino preferisce gli olii essenziali.
In un famoso hotel per nababbi (il Boscolo), dove la suite presidenziale costa dai 4 ai 12mila euro a notte, sono pronti a coccolare altre fanciulle baciate dalla sorte o da principi e sultani.
Qui le ostriche non le mangiano, ma ne spalmano la polpa sul viso, con una specie di siringa. Come si fa nei cessi col silicone. 
Trattamento speciale a soli 6/700 euro e passano le rughe e la paura.
E per i nostri amici a quattro zampe? Non potevano certo dimenticarli.
Naturalmente, solo quelli fortunati o da mignotta, e con un ineccepibile pedigree di purissima razza ariana: niente volgari ossi per il cane di lusso, ma un piatto gourmet con pasta di Gragnano in bianco, rifinita intorno a una squadrata tartare di chianina, composta, guarnita ed elegantemente presentata. Se no, il ricco cane del super ricco padrone ci rimane proprio male: ci tiene molto anche alla forma e all’apparenza!
Siamo al Falconiere di Cortona e questo raffinato assaggino - circa un boccone - costa quasi trenta euro l’uno.
Lo stesso prezzo di un intero sacco di crocchette, con cui un cane povero o normale ci va avanti un mese.
Pure i cani poveri e randagi dovrebbero imparare a fare la lotta di classe.
(Alfredo Laurano)


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