Lo confesso: fino a ieri non sapevo
proprio chi fosse sta Giulia De Lellis, neanche da lontano. E che mi ero perso.
Ora scopro, per puro caso, che trattasi di
fenomeno contemporaneo, che sfugge ai confini della logica e del pensiero
pensante e tradizionale: è una collaudata influencer da quattro milioni di
follower, che non legge (per scelta), ma firma un libro in cima alla top ten: “Le
corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza”, è il titolo
filosofico dell’opera, che seduce e intriga, come un romanzo di Dan Brown.
Ma, intanto, capiamo meglio cosa
significhi “Influencer”, nuova professione dell’effimero, che non richiede
titoli di studio, preparazione, capacità o competenze specifiche. Tutti possono
diventarlo, anche gli ignoranti come la nostra eroina Giulia, già nota per le
sue gaffes epiche: “la capitale dell’Africa? L’Egitto; l’America che fu
inventata nel 1942 e i fiori che si riproducono grazie alle api, che vanno di
fiore in fiore”.
L’influencer è quindi un opinion leader
che ha migliaia di seguaci e follower, dotato di carisma, capacità di coinvolgimento
e persuasione, in grado di raggiungere e influenzare, in modo rilevante, le
opinioni e le scelte degli altri, nel processo comunicativo, in ragione della
sua reputazione e presunta autorevolezza. Un testimonial che guadagna diffondendo
e amplificando messaggi promozionali, per conto di aziende e brand, attraverso
pubblicazioni. Foto, video e post su canali vari e social media, di merci e
prodotti d’ogni tipo: cibo, moda, lusso, bellezza, cosmetici, design e varie.
È ormai parte integrante delle strategie
di marketing.
È uno strumento di persuasione, nemmeno
molto occulta.
Ma torniamo al libro della nostra riconosciuta
e celebre influencer.
In realtà, è stato scritto da tale Stella
Pulpo, che si proclama «femminista radicale», definizione appropriata per chi
firma il blog “Memorie di una vagina”, dove scrive di parità di genere, di empowerment
femminile (processo di crescita e stima di sé), di bodyshaming (derisione del
corpo di una persona, del suo aspetto fisico). Anche se, nell’immaginario
collettivo, costei dovrebbe rappresentare l’antitesi di una starlette,
costruita rozzamente tra le pieghe massmediatiche del Web e della pubblicità.
«Non è così delirante che abbia scritto
per Giulia - dice, quasi a giustificarsi - Avevo perplessità, poi ho capito che
parlare con una donna diversa da me era un atto femminista, perché essere
femminista significa stare dalla parte di ogni donna».
Vantarsi di non avere mai letto un libro e
poi vedere in cima alle classifiche di vendita quello che porta il proprio nome
è comunque e veramente un paradosso, che la nuova guida morale e intellettuale
del nostro tempo veste con la disinvoltura dei suoi 23 anni.
Ex corteggiatrice del pollaio TV “Uomini e
donne” del marito di Maurizio Costanzo, Maria De Filippi - ancora a piede
libero - l’influencer da quattro milioni di follower ha venduto nella prima
settimana 53mila copie, più di campioni di incassi come Stephen King o l’ultimo
Montalbano.
Lo compra chi non legge. Come lei, che ne
fa una qualità, un modus vivendi, una scelta di vita, consapevole e
trascendente l’ordinaria quotidianità.
Siamo alla consacrazione del mito dell’inconsistenza
culturale, alla contraddizione della ragion pura kantiana, allo sputtanamento
mediatico del più puro sillogismo, che abbraccia un’impossibile metafisica, oltre
gli elementi volgari dell’esperienza sensibile e empirica.
Ma non finisce qui, perché il libro ha
fatto un altro miracolo, ha compiuto un vero prodigio: si vedono masse di
giovani e giovanissimi, che a una libreria non si erano mai avvicinati, neanche
per specchiarsi nelle sue vetrine, tutti in fila per farsi autografare la preziosa
reliquia.
Si è rivelato subito un best seller perché
presenta una serie di incastri vincenti a partire dal titolo, che pare una
fortunata formula di marketing.
La vicenda inizia quando la De Lellis appare
tra la spazzatura di “Uomini e donne”, come corteggiatrice di un tronista, altra
incredibile e grottesca professione, inventata dai media. Ne nasce una
relazione di due anni e che potrebbe sfociare in un matrimonio dorato, invece,
inattese, arrivano le corna da parte del bel fico del bigoncio.
Quindi la giovane pin up, che si vantava
di non avere mai aperto un libro, alla fine uno lo ha dovuto leggere: il suo.
Ma lo ha aperto dopo aver fatto raccontare la sua epica storia (di cui non ci
può fregar di meno), dopo presentazioni, festival, ospitate e comparsate nel
mondo del vago e del nulla, che ha prodotto perle di saggezza, come: “Non
esistono corna da cui si guarisce in poche ore”.
Una morale facile, alla portata di tutti,
alla ricerca del divino, dell’eterno, dell’assoluto - ontologicamente parlando -
ambizioso obiettivo e reale espressione dei nuovi valori, dei nuovi miti e
religioni che questa società malata sa partorire.
Insomma, mai corna furono più fruttuose di
queste.
3 ottobre 2019 (Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento