giovedì 3 ottobre 2019

QUESTIONI DI CORNA: MAITRE A’ PENSER /1872


Lo confesso: fino a ieri non sapevo proprio chi fosse sta Giulia De Lellis, neanche da lontano. E che mi ero perso.
Ora scopro, per puro caso, che trattasi di fenomeno contemporaneo, che sfugge ai confini della logica e del pensiero pensante e tradizionale: è una collaudata influencer da quattro milioni di follower, che non legge (per scelta), ma firma un libro in cima alla top ten: “Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza”, è il titolo filosofico dell’opera, che seduce e intriga, come un romanzo di Dan Brown.

Ma, intanto, capiamo meglio cosa significhi “Influencer”, nuova professione dell’effimero, che non richiede titoli di studio, preparazione, capacità o competenze specifiche. Tutti possono diventarlo, anche gli ignoranti come la nostra eroina Giulia, già nota per le sue gaffes epiche: “la capitale dell’Africa? L’Egitto; l’America che fu inventata nel 1942 e i fiori che si riproducono grazie alle api, che vanno di fiore in fiore”.
L’influencer è quindi un opinion leader che ha migliaia di seguaci e follower, dotato di carisma, capacità di coinvolgimento e persuasione, in grado di raggiungere e influenzare, in modo rilevante, le opinioni e le scelte degli altri, nel processo comunicativo, in ragione della sua reputazione e presunta autorevolezza. Un testimonial che guadagna diffondendo e amplificando messaggi promozionali, per conto di aziende e brand, attraverso pubblicazioni. Foto, video e post su canali vari e social media, di merci e prodotti d’ogni tipo: cibo, moda, lusso, bellezza, cosmetici, design e varie.
È ormai parte integrante delle strategie di marketing.
È uno strumento di persuasione, nemmeno molto occulta.

Ma torniamo al libro della nostra riconosciuta e celebre influencer.
In realtà, è stato scritto da tale Stella Pulpo, che si proclama «femminista radicale», definizione appropriata per chi firma il blog “Memorie di una vagina”, dove scrive di parità di genere, di empowerment femminile (processo di crescita e stima di sé), di bodyshaming (derisione del corpo di una persona, del suo aspetto fisico). Anche se, nell’immaginario collettivo, costei dovrebbe rappresentare l’antitesi di una starlette, costruita rozzamente tra le pieghe massmediatiche del Web e della pubblicità.
«Non è così delirante che abbia scritto per Giulia - dice, quasi a giustificarsi - Avevo perplessità, poi ho capito che parlare con una donna diversa da me era un atto femminista, perché essere femminista significa stare dalla parte di ogni donna».

Vantarsi di non avere mai letto un libro e poi vedere in cima alle classifiche di vendita quello che porta il proprio nome è comunque e veramente un paradosso, che la nuova guida morale e intellettuale del nostro tempo veste con la disinvoltura dei suoi 23 anni.
Ex corteggiatrice del pollaio TV “Uomini e donne” del marito di Maurizio Costanzo, Maria De Filippi - ancora a piede libero - l’influencer da quattro milioni di follower ha venduto nella prima settimana 53mila copie, più di campioni di incassi come Stephen King o l’ultimo Montalbano.
Lo compra chi non legge. Come lei, che ne fa una qualità, un modus vivendi, una scelta di vita, consapevole e trascendente l’ordinaria quotidianità.
Siamo alla consacrazione del mito dell’inconsistenza culturale, alla contraddizione della ragion pura kantiana, allo sputtanamento mediatico del più puro sillogismo, che abbraccia un’impossibile metafisica, oltre gli elementi volgari dell’esperienza sensibile e empirica.
Ma non finisce qui, perché il libro ha fatto un altro miracolo, ha compiuto un vero prodigio: si vedono masse di giovani e giovanissimi, che a una libreria non si erano mai avvicinati, neanche per specchiarsi nelle sue vetrine, tutti in fila per farsi autografare la preziosa reliquia.

Si è rivelato subito un best seller perché presenta una serie di incastri vincenti a partire dal titolo, che pare una fortunata formula di marketing.
La vicenda inizia quando la De Lellis appare tra la spazzatura di “Uomini e donne”, come corteggiatrice di un tronista, altra incredibile e grottesca professione, inventata dai media. Ne nasce una relazione di due anni e che potrebbe sfociare in un matrimonio dorato, invece, inattese, arrivano le corna da parte del bel fico del bigoncio.

Quindi la giovane pin up, che si vantava di non avere mai aperto un libro, alla fine uno lo ha dovuto leggere: il suo. Ma lo ha aperto dopo aver fatto raccontare la sua epica storia (di cui non ci può fregar di meno), dopo presentazioni, festival, ospitate e comparsate nel mondo del vago e del nulla, che ha prodotto perle di saggezza, come: “Non esistono corna da cui si guarisce in poche ore”.
Una morale facile, alla portata di tutti, alla ricerca del divino, dell’eterno, dell’assoluto - ontologicamente parlando - ambizioso obiettivo e reale espressione dei nuovi valori, dei nuovi miti e religioni che questa società malata sa partorire.
Insomma, mai corna furono più fruttuose di queste.
3 ottobre 2019 (Alfredo Laurano)


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