mercoledì 9 ottobre 2019

LA FINE DI UN RIVOLUZIONARIO, L’INIZIO DEL MITO /1878


Uno scontro a fuoco. Il ferimento. La cattura a pochi chilometri dal villaggio di La Higuera, in Bolivia.
Era l’8 ottobre del 1967.
Poi la lunga agonia senza un sedativo o un’iniezione che potesse calmargli il dolore.
Ernesto “Che” Guevara è morto il giorno dopo lunedì 9 ottobre (oggi).
Ormai pare certo che le pallottole che lo avevano raggiunto nel pomeriggio di domenica sulla Quebrada de Churo non erano mortali e che, se fosse stato trasportato in serata a Vallegrande, si sarebbe quasi sicuramente salvato.
Tuttavia, il Che non è morto soltanto perché gli sono state negate le cure necessarie. Il Che è morto con una pistolettata tiratagli da vicino in direzione del cuore da uno dei Rangers che lo avevano catturato.

EL CHE, un eroe del suo tempo, una figura leggendaria ma, anche e soprattutto un’icona del novecento, forse l’ultimo mito romantico e popolare della rivoluzione.
Ci ha insegnato a ribellarci agli abusi, ai soprusi, allo sfruttamento e alle discriminazioni sociali.
Nella sua breve vicenda umana (39 anni), il medico argentino si è battuto con Fidel per affermare i diritti di tutti, per alfabetizzare il popolo cubano, garantendo istruzione e sanità per tutti.
Ha provato a disegnare un modello alternativo, per quanto non perfetto, a quello pudicamente chiamato capitalismo. Il sogno di un mondo solidale e non competitivo, in cui l'esistenza non fosse solo ridotta a lotta quotidiana per la sopravvivenza.
Ci ha indicato la via giusta al socialismo contro la tirannide, anche se poi non è riuscito a concludere quest’arduo cammino fino alla democrazia e alla libertà.

Per ironia della Storia, quasi per ridicolo contrappasso, proprio quel sistema economico che voleva combattere lo ha trasformato in simbolo di una speculazione finanziaria mondiale, senza limiti.
Il suo volto, tratto dal famosissimo scatto di Alberto Korda del 1962, è finito su milioni di bandiere, di magliette, di cappelli, di accendini, di tazze, quaderni, adesivi e gadget di ogni tipo e forma, oltre ai murales, ai dipinti, ai palazzi di ogni angolo della Terra, alimentando un grandioso business che ha arricchito aziende e imprenditori, ben lontani dal suo pensiero, dai suoi ideali.
Quella semplice, casuale fotografia, stilizzata, solarizzata, stampata in multicolor o in silhouette, ha creato una nuova economia controrivoluzionaria, ma nello stesso tempo ha concorso a farlo conoscere, ricordare ed amare da più generazioni.
“Ricordatevi che l'importante è la rivoluzione e che ognuno di noi, solo, non vale nulla.
Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario."
Hasta la victoria, siempre!
 9 ottobre 2019 (Alfredo Laurano)


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