Uno scontro a fuoco. Il ferimento. La cattura a pochi
chilometri dal villaggio di La Higuera, in Bolivia.
Era l’8 ottobre del 1967.
Poi la lunga agonia senza un sedativo o un’iniezione che
potesse calmargli il dolore.
Ernesto “Che” Guevara è morto il giorno dopo lunedì 9
ottobre (oggi).
Ormai pare certo che le pallottole che lo avevano raggiunto
nel pomeriggio di domenica sulla Quebrada de Churo non erano mortali e che, se
fosse stato trasportato in serata a Vallegrande, si sarebbe quasi sicuramente
salvato.
Tuttavia, il Che non è morto soltanto perché gli sono state
negate le cure necessarie. Il Che è morto con una pistolettata tiratagli da
vicino in direzione del cuore da uno dei Rangers che lo avevano catturato.
EL CHE, un eroe del suo tempo, una figura leggendaria ma,
anche e soprattutto un’icona del novecento, forse l’ultimo mito romantico e
popolare della rivoluzione.
Ci ha insegnato a ribellarci agli abusi, ai soprusi, allo
sfruttamento e alle discriminazioni sociali.
Nella sua breve vicenda umana (39 anni), il medico
argentino si è battuto con Fidel per affermare i diritti di tutti, per
alfabetizzare il popolo cubano, garantendo istruzione e sanità per tutti.
Ha provato a disegnare un modello alternativo, per quanto
non perfetto, a quello pudicamente chiamato capitalismo. Il sogno di un mondo
solidale e non competitivo, in cui l'esistenza non fosse solo ridotta a lotta
quotidiana per la sopravvivenza.
Ci ha indicato la via giusta al socialismo contro la
tirannide, anche se poi non è riuscito a concludere quest’arduo cammino fino
alla democrazia e alla libertà.
Per ironia della Storia, quasi per ridicolo contrappasso,
proprio quel sistema economico che voleva combattere lo ha trasformato in simbolo
di una speculazione finanziaria mondiale, senza limiti.
Il suo volto, tratto dal famosissimo scatto di Alberto
Korda del 1962, è finito su milioni di bandiere, di magliette, di cappelli, di
accendini, di tazze, quaderni, adesivi e gadget di ogni tipo e forma, oltre ai
murales, ai dipinti, ai palazzi di ogni angolo della Terra, alimentando un
grandioso business che ha arricchito aziende e imprenditori, ben lontani dal
suo pensiero, dai suoi ideali.
Quella semplice, casuale fotografia, stilizzata, solarizzata,
stampata in multicolor o in silhouette, ha creato una nuova economia
controrivoluzionaria, ma nello stesso tempo ha concorso a farlo conoscere,
ricordare ed amare da più generazioni.
“Ricordatevi che l'importante è la rivoluzione e che ognuno
di noi, solo, non vale nulla.
Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più
profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del
mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario."
Hasta la victoria, siempre!
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