martedì 19 dicembre 2017

SCIVOLANDO SUGLI SPECCHI

C’è da chiedersi dove abbiano studiato giurisprudenza questi avvocati-prestigiatori-funamboli che difendono i Ciontoli e in quale circo, gioco di società o di gruppo si siano distinti per acume e perspicacia, degni di Maigret o del miglior Poirot, umiliando il concetto di giustizia e l’elementare rispetto della logica. Intuizioni a raffica, sparate indistintamente nel mucchio della farneticazione fatta difesa, senza ritegno.
Ci avevano provato con la tesi dell’incidente in località bagno, dove tutti – come è noto – fanno la doccia nudi, davanti a un pubblico non pagante che entra, esce o passeggia disinvolto e dove, tra un’insaponata e l’altra, ti mostra come funziona una pistola e ti spara a bruciapelo solo per fare un esempio.
Non paghi di testimonianze, documenti audio e dichiarazioni varie, ci hanno riprovato con la super perizia, nell’intento di poter dimostrare che il povero Marco mai e poi mai avrebbe avuto possibilità di salvarsi, anche se immediatamente soccorso. Ma anche qui sono stati abbondantemente smentiti, con sufficiente sicurezza, da esperti e consulenti di livello.

E allora, dove attaccarsi, cosa inventare per difendere una causa che più persa non si può?
Incredibilmente, ma assai comicamente, gli avvocati degli imputati hanno chiesto hanno chiesto nell'udienza odierna un termine per depositare la risposta attesa del Policlinico Gemelli di Roma sulla disponibilità di sale operatorie e macchinari idonei all’eventuale operazione, la notte in cui Marco è stato ferito.
Cioè, vogliono sapere e far sapere alla Corte, alla famiglia e al popolo che ha preso a cuore Marco, che quella sera al Gemelli forse non c’erano camere operatorie disponibili, che forse i macchinari non funzionavano o erano in manutenzione, che forse mancava l’energia elettrica pure ai gruppi elettrogeni, che forse erano stati chiusi per dispetto tutti gli ospedali di Roma e d’Italia, che forse i chirurghi erano tutti in ferie o obiettori di coscienza nei confronti di un pericoloso ragazzo biondo di vent’anni, colpevole di aver incontrato degli idioti assassini, privi di scrupoli e coscienza.
O che, magari, qualche mago o chiromante avesse sconsigliato l’intervento, in nome della ragion pura.
Quella che forse manca a questi azzeccagarbugli che inseguono la luna.
18 dicembre 2017 (Alfredo Laurano)

Nessun commento:

Posta un commento