giovedì 28 dicembre 2017

QUEL CHE PASSA IL CONVENTO

A quattro chilometri dall’antichissima città di Amelia, in Località Montenero, un lungo viale di cipressi porta al quattrocentesco Convento Francescano dell'Annunziata, un edificio che appare come scolpito in cima al verdissimo colle di Michignano, detto del Paradiso.
Qui il silenzio e la tranquillità della campagna umbra si animano davanti al presepe permanente realizzato nel 1967 da Juan Marì Oliva di Barcellona.
Ho rivisitato, dopo tanti anni, quest’opera straordinaria, interamente in gesso, che, in un gioco di luci, dal pieno giorno arriva alla profonda notte, trapuntata di stelle. Sul cielo notturno, la luna, la traiettoria della cometa ed il lento passaggio dell'angelo, catturano l'attenzione dei visitatori.
Tutta la scena, che si scorge da una grande apertura centrale di circa due metri e mezzo e da due aperture inferiori laterali, direttamente tagliate a muro, disegna la Natività, i paesaggi di Cana, del lago di Tiberiade e di un vicolo di Betlemme.

Oltre questa prima sala, in un corridoio-galleria, sono raccontati in 17 magnifici diorami, i momenti più importanti della vita di Cristo, dalla nascita alla morte: l’Annunciazione, il Battesimo, la Fuga in Egitto, la Pesca miracolosa, l’Ultima Cena, La Crocifissione, la Deposizione.
Collocati in apposite nicchie, sono dei veri piccoli capolavori di ambientazioni e riproduzioni, eseguiti con particolare raffinatezza e delicate colorazioni. 
L’adeguata e suggestiva illuminazione nelle singole scene, diurne o notturne, anche con luna piena, conferisce e aggiunge bellezza ad ogni ricostruzione.
Particolare attenzione merita la rappresentazione della ricerca dell’alloggio, per la geniale originalità dell’impianto: la scena si osserva dal punto di vista dell’albergatore – di cui si vedono solo la veste e le braccia – che, dall’alto del balcone della locanda, indica a Giuseppe, visto in prospettiva, che non c’è posto. Sembra di ascoltare il dialogo.
Al fascino irresistibile di questi piccoli gioielli di arte presepistica, che consiglio di visitare, si unisce il convento e il circostante parco, immerso nella serenità della natura.
Un luogo etereo e senza tempo, pervaso di sacralità ed arte, avvolto in un'atmosfera di pace, di assoluta semplicità, spiritualità e sobrietà.
Il caos, il traffico, i rumori sono lontani, non solo dal presepe. (Alfredo Laurano)

Nessun commento:

Posta un commento