domenica 10 dicembre 2017

BUON NATALE PALESTINA!

L’annuncio del “pacifista” Trump è un bel regalo di Natale a tutti i palestinesi: “Gerusalemme è la capitale d’Israele” e la sede diplomatica Usa - che sarà “una grande casa della pace” - sarà spostata da Tel Aviv a Gerusalemme, riconoscendone di fatto l’intera appartenenza allo Stato d’Israele.
La decisione non tiene in alcun conto il diritto internazionale, che considera la città come condivisa, nella parte ovest, israeliana, e est, palestinese. E’ un atto arbitrario e irresponsabile che sfruttando i reali rapporti di forza, vanifica la sempre più improbabile promessa di una pace fondata sulla, di fatto superata, teoria dei “due popoli per due Stati”. Una conferma, fra tanta omertà, indifferenza e complicità occidentali, che la questione palestinese è stata dimenticata o cancellata dall’agenda mondiale.
È invece un dramma concreto che, nella distrazione del mondo, si consuma ogni giorno sulla pelle di milioni di persone sotto occupazione militare in Cisgiordania, a Gaza e a Gerusalemme est: campi profughi, insediamenti israeliani illegali, regime di apartheid, esproprio di terre e aree fabbricabili, deportazioni, muro di divisione, check point, vittime e tante colonie. Fino alla divisione degli stessi palestinesi in ulteriori conflitti intestini fra l’ANP di Abu Mazen, l’OLP, il Movimento Islamico di Resistenza, Hamas, e altri gruppi di miliziani armati.

Hamas ha subito dichiarato che la decisione di Trump "apre le porte dell’inferno" e ha invitato i palestinesi a iniziare una "nuova Intifada". Il presidente palestinese Abu Mazen ha spiegato che la "la decisione odierna di Trump equivale ad una rinuncia da parte degli Stati Uniti al ruolo di mediatori di pace”, "Gerusalemme è la capitale eterna della Palestina".
Già in tutti i Territori palestinesi ci sono stati scontri: a Betlemme, in varie località della Cisgiordania, sul confine Israele-Gaza. Lancio di razzi, colpi di cannone, due palestinesi uccisi, più di 700 feriti dal lancio di lacrimogeni e dai proiettili di gomma sparati dalla polizia israeliana. La tensione è altissima.

Contro la scelta dissennata di Trump stanno protestando i musulmani di mezzo mondo, dalla Tunisia al Kashmir, dall'Egitto al Pakistan, dalla Giordania alla Turchia, dall'Iran all'Indonesia, dalla Malaysia al Bangladesh.
Come la storia ci ricorda e come tutti sanno, Gerusalemme non è solo la capitale religiosa del mondo, la città “tre volte santa” delle tre religioni monoteiste (Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo), ma è un luogo che fa parte del cammino dell'umanità tutta. Per questo la definizione del suo status è sempre stato al centro dei colloqui di pace tra israeliani e palestinesi. Decidere unilateralmente su di essa fa un torto non solo al processo di pace, ma al valore assoluto di Gerusalemme come patrimonio dell'umanità.
E conferma, non solo simbolicamente, la disperazione perenne del popolo palestinese, ancora senza terra e senza patria. (Alfredo Laurano)


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