giovedì 5 ottobre 2017

UN COMUNISTA IN TONACA BIANCA

Terra, casa, lavoro: le parole del Papa veicolate da “il manifesto”.
Uno scandalo? Saranno in molti a gridarlo o a pensarlo.
In edicola, oggi, il libro con i “Discorsi ai movimenti popolari” di papa Francesco. 
Rivoluzione in Vaticano (e al Manifesto)?
No, ma come scrive Luciana Castellina, per la Chiesa certamente una discontinuità forte. Il comunismo non c’entra, ma le parole del papa hanno a che fare con i movimenti rivoluzionari.

Già parecchi hanno cominciato, minacciosamente, a chiamare Bergoglio “comunista in tonaca bianca”, figurarsi quando scopriranno che i suoi discorsi agli Incontri Mondiali dei Movimenti Popolari (EMMP) vengono addirittura distribuiti in abbinamento al quotidiano dei comunisti “senza tonache quali siamo noi” (cit. Castellina).

Di comunisti (o simili), in effetti, agli incontri ce ne sono stati e anche importanti: all’ultimo, con Pepe Mujica, guerrigliero Tupamaros e quindi presidente dell’Uruguay, calorosamente salutato da Francesco; con Evo Morales, presidente indio della Bolivia, e poi, con i movimenti provenienti da 68 paesi diversi, ancorché non presidenti, ma a capo di assai importanti organizzazioni di sinistra.

Anche se alla denuncia dell’ingiustizia da parte della Chiesa - espressa sia pure con maggiore prudenza di quanto accade oggi, che si condanna senza mezzi termini la globalizzazione neoliberista, la corruzione della finanza, il terrorismo del danaro - qualche papa ci aveva già abituati (Concilio Vaticano II), quelle di Bergoglio sono parole in verità rivoluzionarie, osserva ancora Castellina, per via dell’insistente richiamo alla soggettività, al protagonismo delle vittime, che “debbono farsi sentire e non solo subire”. Occorre dar valore alla politica, di cui “non bisogna avere paura, perché è anzi la forma più alta della carità cristiana”.
Non politica “per” i poveri, però - che “è carro mascherato per contenere gli scarti del sistema” -  ma politica “dei” poveri, cioè praticata direttamente da loro. Questo significarifondare la democrazia, che oggi è solo quella elitaria, ufficiale, inservibile”.
La grande innovazione, quindi, sta nel dire che i poveri bisogna amarli, aiutarli e che poi andranno in paradiso, ma che devono alzare la testa e combattere qui e oggi, su questa terra e in questo tempo. 
Un messaggio che, a Sinistra, non si può non condividere.
In perfetta sintonia, “La religione sentitamente vissuta può essere un contributo importante alla critica anticapitalista”, disse Togliatti al primo convegno su cattolici e comunisti a Bergamo nel lontano 1963. 
(Alfredo Laurano)

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